La recensione su Animali notturni

di port cros

9 stelle

La seconda sorprendente, ammaliante opera di Tom Ford, tratta dal romanzo "Tony & Susan" di Austin Wright adattato dallo stesso regista, è un oggetto multiforme: un film, ma anche la lettura di un romanzo raccontato per immagini; un dramma sentimentale sul fallimento di un matrimonio, che però contiene al suo interno un crudo e feroce noir.

“Animali notturni” ci colpisce subito con una scioccante sequenza di apertura in cui una serie di donne obese oscenamente abbigliate da cheerleader e riprese in slow motion si rivelano parte di un'installazione artistica curata da Susan (Amy Adams), una sofisticata gallerista d’arte di Los Angeles insoddisfatta dal matrimonio con Hutton (Armie Hammer). In questo momento di crisi personale, Susan riceve dall'ex marito Edward, da sempre aspirante scrittore, che lei aveva lasciato anni prima dopo averne abortito il figlio, un manoscritto a lei dedicato, intitolato “Animali notturni”. Susan si immerge nel romanzo, un thriller/noir cupo e drammatico ambientato in un polveroso Texas. Il romanzo prende vita sullo schermo nell'immaginazione della lettrice Susan, che dà al protagonista Tony il volto di Edward (Jake Gyllenhall). Durante un viaggio notturno su una highway desolata, la famiglia di Tony (lui stesso con la moglie, interpretata da Isla Fisher, di una incredibile somiglianza con la Adams, e la figlia) vengono inseguiti ed aggrediti da una banda di balordi, capitanati dall'inquietante Ray (Aaronn Taylor-Johnson). I criminali picchiano Tony e rapiscono la moglie e la figlia, che verranno trovate assassinate alcuni giorni dopo. Per Tony, che quella notte ha dovuto fare i conti con la sua debolezza di fronte alla ferocia degli assassini, inizia allora un percorso alla ricerca della vendetta, alla quale collabora anche il morente poliziotto Bobby (Michael Shannon).

Oltre alla realtà di Susan ed alla trama del libro, il film possiede anche un terzo livello narrativo: i flashback sulla nascita ed evoluzione della storia d'amore tra Susan ed Edward, da cui scopriamo che Susan, dapprima intenzionata a condividere la sua vita con lo squattrinato e romantico aspirante scrittore Edward nonostante l'opposizione della benestante famiglia, finirà poi, come aveva profetizzato la materialistica madre (Laura Linney) (“Just wait. We all eventually turn into our mothers”) a lasciarlo per la sua debolezza di carattere e mancanza di ambizione, scegliendo una vita più agiata con il facoltoso Hutton.

Leggendo il libro di Edward, Susan viene trascinata nel proprio passato: con la sua storia cruda e macabra, il testo altro non è che l’emblema torbido e la struggente metafora della sofferenza di un uomo a cui è stato tolto tutto dalla donna che amava. Lo stesso titolo rimanda sia ai criminali vaganti nella notte che al nomignolo che lui stesso aveva dato alla donna.

L'omicidio della moglie e della figlia di Tony simboleggia il dolore di Edward, anch'egli privato della moglie e del figlio (abortito). La spietatezza di Susan nell'abbandonarlo è stata per lui un trauma paragonabile ad un duplice omicidio. Il romanzo mette in scena una cupa vicenda di vendetta, perché l'autore desidera riscattare l’immagine di uomo fragile e irrisoluto che aveva indotto la moglie a lasciarlo.

La vendetta di Edward nei confronti di Susan si completerà nello spiazzante finale, che trapassa lo spettatore come una gelida lama, lasciandolo con mille interrogativi sul senso della pellicola.

“Animali Notturni” è un film che vuole essere “portato a casa” dallo spettatore, che impone che al pubblico di pensarci sopra per dargli un senso. Ricorda una casa degli specchi: in un gioco di distorsione continua della realtà risiede il suo più grande fascino, senza bisogno di un facile finale esplicativo e rassicurante.

Jake Gyllenhaal, Michael Shannon, Karl Glusman

Oltre agli splendidi (in ogni senso) protagonisti Jake Gyllenhall e Amy Adams, perfetti nei rispettivi ruoli di uomo spaventato dalla sua fragilità e di donna algida ma interiormente tormentata, sono notevolissime le interpretazioni di Michael Shannon (il poliziotto Bobby), Aaronn Taylor-Johnson (il folle e allucinato Ray) e Laura Linney (madre di Susan in un cameo che lascia il segno).

Se già con “A Single Man” Tom Ford aveva dimostrato di essere in grado di traslocare con successo dal mondo della moda a quello del cinema, con “Animali notturni” fa un deciso passo in avanti realizzando un capolavoro.

Il film è tanto complesso nella sua sovrapposizione di temi e di vicende della narrazione che Ford dà prova di grandissima abilità nel riuscire a dare unità a questa struttura così intricata, senza mai far calare l'interesse, anzi tenendolo spasmodicamente alto fino al finale. Soprattutto nella parte thriller Ford dimostra grande maestria nel costruire e far aumentare costantemente la tensione: la scena dell'inseguimento notturno sulla highway texana, piena di suspense fino all'agonia, ricorda il miglior Lynch.

Le radici nella moda danno i loro frutti cinematografici in una ricerca della perfezione estetica e dell'eleganza dell'immagine che lasciano a bocca aperta: il film, visivamente meraviglioso in praticamente ogni inquadratura, soprattutto nella parte losangelina di Susan (da Oscar la fotografia di Seamus McGarvey), quasi irreale nelle sua perfezione, a cui si contrappone, con opposta ma non minore bellezza, la sporcizia del Texas arido e polveroso.