Regia di Tom Ford vedi scheda film
A sette anni da un film d'esordio che conquistò l'apprezzamento di molte penne autorevoli, e oggi si può definire tranquillamente un lungometraggio d'autore e di culto, come "A single man", Tom Ford gira il suo secondo lavoro da regista, traendolo da un romanzo uscito nei primi anni Novanta. Comincia con una visione volutamente disturbante: donne obese e nude che danzano con una musica in sottofondo, similare alle composizioni di Hermann per Hitchcock, che preannuncia scenari foschi. La gallerista Susan, sposata con un uomo più giovane che le nasconde varie cose, riceve un romanzo dall'ex-marito, che non rivede da diciannove anni: tra i due i rapporti si sono conclusi male, e la donna ammette un senso di colpa tenuto in corpo con sofferenza tardiva. Via via che Susan legge il romanzo, violento, su un fatto di sangue ed una conseguente vendetta, le sue certezze vengono meno. Dividendo il mondo di Susan, elegante quanto asettico e fin troppo "composto" e quello del racconto nel racconto, fatto di polvere e sangue, sporco e crudo, Ford ambienta il primo perlopiù in spazi chiusi e scostanti quanto fascinosi, il secondo in territori aperti, pericolosi e "old America": lungo un percorso da thriller vero e proprio, si dipana una vendetta sentimentale impietosa e abile quanto tempestiva, che coglie al momento giusto e nel modo più sottile. Spesso volutamente sgradevole, come nella lunga sequenza notturna che avvia, nel "romanzo" il dramma, "Animali notturni" è un'opera affascinante, densissima, diretta con maestria, e recitata con aderenza ai ruoli, anche da nomi di peso ma che hanno solo una scena a disposizione, come la madre Laura Linney e l'amico della protagonista Carlos, che ha il volto di Michael Sheen. Forse non un film che si ami rivedere, per la forte tensione che innesca, ma un thriller da incamerare tra le pellicole da vedere.
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