Regia di Tom Ford vedi scheda film
Non mi ha entusiasmato, ma c'è più di un motivo, per vederlo.
Film che mi ero perso e che ho ritrovato su Amazon. Tom Ford, il regista, è anche celeberrimo stilista. E si vede dai vestiti degli attori, dagli interni, dalle musiche… tutto stilosissimo. In più c’è una storia, o meglio una doppia storia, quella reale, con una antipaticissima protagonista, ricchissima ma estremamente infelice, dati i suoi fiaschi nella vita di relazione. E quella fittizia, che è quella della bozza di romanzo che le manda il suo ex – marito. I due filoni, più flashback vari, si incrociano continuamente ma ciò non porta a nessun casino, anzi, il tutto acquista maggior valore. Il film mi è piaciuto ma non mi ha entusiasmato, per quando sia più che valido in molti momenti. Si perde un pochino forse nella seconda parte, con un finale di “romanzo” magari da ripensare e un finale del “reale” un tantino scontato. Pure il personaggio più formidabile, e cioè ovviamente il detective, ha una parte straordinaria inizialmente (grazie anche a una scelta di cast tra le più indovinate del decennio), ma poi, dai, che banalità, poi, non anticipo, ma dai, che palle, non era indispensabile. Nel complesso sono per il 7, il film purtroppo andò male al botteghino, anche se è piaciuto sia alla critica che al pubblico. Partecipò a Venezia, dove arrivò “secondo” (Leone d’argento - Gran Premio della Giuria), in un’edizione dove la giuria, se posso dire, fu un po’ distratta, premiando quella cagata (pardon) di The woman who left (parere mio, ci mancherebbe che dovessi riportare il parere di altri) e ignorando quasi completamente di avere due purosangue, nella scuderia: The arrival e soprattutto Frantz, di Ozon, un mezzo capolavoro. Il film partecipò anche agli Oscar, perché il detective interpretato da Michael Shannon aveva colpito tutti, ma vinse Mahersala Alì per Moonlight….vabbè.
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