Regia di Paolo Gioli vedi scheda film
Lavoro di ricerca formale, fatto di contaminazioni ed effetti con 'protagonista' una vecchia pellicola perforata al centro.
Nove minuti circa, in bianco e nero, una vecchia pellicola perforata in mezzo (così usava all'epoca) con qualche aggiunta sporadica girata ad hoc, il tutto completamente muto. L'operatore perforato (il macchinatore) è l'ennesima opera di ricerca a cura di Paolo Gioli, artista visivo impegnato nel cinema sin dalla fine degli anni Sessanta e maggiormente attivo nei primi anni di carriera. E' lo stesso Gioli a spiegare che l'effetto voluto metterebbe in contrasto lo sviluppo delle immagini circostanti la perforazione e il contenuto della perforazione stessa, cioè la presenza (faticosa e disturbata) di un immaginario operatore che tenta invano di filmare la parte restante del film. Un lavoro concettuale, dall'importanza indubbiamente minore rispetto ad altre pellicole realizzate dallo stesso autore. 4/10.
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