Regia di Enzo G. Castellari vedi scheda film
Chiassosissimo e confusionario poliziesco all'italiana.
Genova. In città circolano vagonate di polvere bianca, che nemmeno ai tempi della Colombia di Escobar: la polizia è impotente. Ci sono alti papaveri, dietro le quinte, a tirare i fili dei loschi traffici, e l’incazzoso commissario Belli vorrebbe snidarli e smascherarli tutti quanti, forse per poterli prendere a cazzotti in prima persona. Ma non tutti hanno il suo stesso, disinteressato, senso della giustizia… Rombano le auto negli inseguimenti al fulmicotone, a destra e a manca volano pizze alla Bud Spencer&Terence Hill dei tempi migliori, Franco Nero spara più pallottole che in un western di Corbucci, ma ancora più sensazionale è la mitragliata di banalità che fuoriescono dalla sua bocca. Banalità somme attorno a cui però avrebbe preso forma tutto il poliziottesco made in Italy anni ’70: il poliziotto che sente di avere le mani legate senza le quali potrebbe spezzare le ossa alla criminalità di mezzo mondo; il Potere Occulto in una forma indistinta che dispone a suo piacimento della giustizia; la giustizia che da cosa pubblica si trasforma in un fatto privato e personale, con buona pace di famiglia e affetti che con preoccupante frequenza finiscono a guardare le margherite dalla parte delle radici. E Franco Nero, sempre con quegli occhi fuori dalle orbite, avrebbe proprio bisogno di una camomilla.
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