Regia di Phil Joanou vedi scheda film
Premessa: ho una classifica di gradimento nel vedere i film horror. In assoluto preferisco quelli sull'Anticristo (posseduti, case infestate dai demoni, esorcismi), che spesso e volentieri sfociano in storie su sette sataniche o religiose. Per questo non mi faccio mai mancare un film che parli di anomale comunità che si suicidano in massa. “The Veil” è l'ultimo che ho visto su questo genere, il migliore rimane a mio parere quello di Ti West: “The Sacrament”.
Nel 1984 i 47 membri della comunità religiosa denominata The Veil, si suicidano in massa con un potente veleno. L'unica sopravvissuta è Sarah, una bambina di soli 5 anni, che quando viene salvata dall'FBI raccomanda a tutti di non preoccuparsi, che “lui” saprà riportarli indietro. Dopo 25 anni una giovane documentarista e suo fratello (che ammetteranno in seguito di essere i figli del comandante dell'FBI che salvò la bambina all'epoca dei fatti, e che poco dopo si impiccò lui stesso nel garage di casa) chiedono a Sarah di ritornare al ranch della comunità dove si compì la tragedia per trovare delle risposte a un evento ancora oggi inspiegabile.
La storia è narrata tramite numerosi flashback, dovuti ai ricordi sbiaditi di Sarah e a videocassette ritrovate nella casa del ranch. Protagonista di ogni cosa è il leader della setta e la sua assistente personale, che portano avanti una delirante teoria secondo la quale l'anima una volta liberata dai chiodi della croce di Cristo che la tiene imprigionata al corpo terreno, potrà trovare la vita eterna.
Il film dura circa 90 minuti, i primi 30 riescono (bene o male) a mantenere un livello accettabile, grazie all'atmosfera che riesce a creare intorno al leader della comunità. Purtroppo nella seconda parte tutto quello che in maniera molto fragile era stato costruito, cade miseramente risolvendosi in un mezzo pasticcio poco chiaro e al quanto risibile. Peccato.
Il soggetto, almeno sulla carta, non era malvagio e forse proprio per la premessa che ho fatto inizialmente, avevo delle aspettative troppo alte per questo film di Phil Joanou, che in verità non ha mai fatto gran capolavori. In questo caso sembra però aver subito una regressione: il film sembra la prima opera di un regista esordiente che si da all'horror per teenager per compiacere un certo target di pubblico. Ad un certo punto della storia si tralascia (inspiegabilmente) tutta la parte originale e che si poteva sviluppare in modo interessante in favore di effetti speciali visti e rivisti e che potevano andare bene negli anni '90. Negli ultimi '30 minuti gli autori del film (Jason Blum e Robert Ben Grant) cercano in tutti i modi di trovare una svolta di gran effetto, ma non riescono a mantenere un filo conduttore preciso, sbandando qua e là tra morti che risorgono, lotte con strani zombi, il solito temporale che sovrasta su buona parte dell'ultima mezz'ora, situazioni poco credibili in quasi ogni circostanza e un finale che invece ha la pretesa di essere risolutivo e convincente. In sostanza un vero e proprio scollegamento tra soggetto e messa in scena che penalizza tutto e tutti.
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