Regia di Woody Allen vedi scheda film
Penso che non sarà ne la prima, ne tanto meno l'ultima, volta in cui leggerete che Allen non è più lo stesso pur continuando ad esserlo. Se musiche e fotografia continuano a riportare ai bei tempi che furono, lo stesso non si può dire delle idee di fondo che impregnano la trama. Con l'aria nostalgica di chi sembra ancora credere all'amore vero, e quel cinismo di chi è costretto, per mero interesse personale, a lasciarlo scappare. Di certo il racconto può sembrare diverso, soprattutto dagli ultimi lavori del regista, la trama è esplicata ottimamente e si perpetra in un lasso di tempo piuttosto lungo, ma il modo di raccontarlo è talmente tanto simile ai precedenti che finisce per oscurare la ventata di novità, che Woody sembra voler portare. Le ambientazioni non sono più oggetto di particolari inquadrature, non troverete scorsi suggestivi o città incantate; pur muovendosi tra Los Angeles e New York il regista ha preferito non enfatizzare le ambientazioni ma si è concentrato sui personaggi e le loro storie che, mai come in questo caso, finiscono per essere protagonisti assoluti della pellicola intera. Sarà forse quell'occhio da viaggiatore iconoclasta che manca, la cartolina scenografica che da un po' non abbandonava, che sarebbe stata piuttosto piacevole da vedere, almeno in questo caso. Raggiunge poco più che la sufficienza ma non conquista il mio alto gradimento a causa dell'effetto soporifero della prima parte. Woody resta comunque da vedere, a prescindere da tutto.
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