Regia di Jaume Collet-Serra vedi scheda film
Una giovane surfista statunitense (Lively) si reca da sola in una splendida spiaggia messicana per cavalcare le onde. Peccato che quel mare sia terreno di caccia per uno squalo che nel frattempo ha fatto colazione con un paio di altri surfisti che passavano da quelle parti. La donna - che ha abbandonato anzitempo gli studi di medicina che invece le torneranno utilissimi per la sopravvivenza - ha soltanto uno scoglio e una boa (da cui The shallows del titolo originale) ai quali aggrapparsi per evitare il predatore. Ce la farà?
Lo schema del film è di quelli stravisti: un solo attore sulla scena (a parte qualche sparuto personaggio di contorno), un rischio corso con incoscienza e il problema, enorme, di salvarsi la vita. Da esperto del genere (Unknown, Non-Stop, Run all Night), il catalano Jaume Collet-Serra riesce benissimo nell'impresa di non dilatare il film oltremisura, di tenere sempre viva l'attenzione dello spettatore e di non eccedere nell'inverosimile, se non nel finale davvero improbabile. Riesce così, nonostante il casting di minima e l'esiguità del budget (quasi tutto speso negli eccellenti effetti speciali e nella sontuosa fotografia di Flavio Labiano) a confezionare un survival movie decisamente migliore rispetto a All is lost, Alla deriva e Open Water e probabilmente il miglior film di squali dopo quello di Spielberg.
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