Regia di Jaume Collet-Serra vedi scheda film
Una storia semplice, raccontata con stile e con grazia, facendo uso di uno scenario abbagliante, dove il colore della natura assume ruolo da comprimario...
In crisi per la perdita della madre, nel periodo critico del passaggio alla maturità, Nancy (la bravissima Blake Lively) si concede un periodo sabbatico, lasciando padre e sorellina per ritirarsi in una spiaggia segreta del Messico dedicandosi al surf. La carcassa di una balena, però, annuncia che la zona è territorio confinato, terreno di caccia di una squalo bianco, che non tarda a difendere la sua "scorta" di cibo...
A volte la semplicità paga, come nel caso del magnifico (almeno per gli occhi) The shallows, film che può contare su una bravissima (e atletica) interprete, ma anche soprattutto su una location davvero incantevole come l'isola di Lord Howe. La storia, per fortuna ridotta ai minimi termini (anche se alcuni risvolti, tipo l'uncino nella gola dello squalo, avvalorano con stile la narrazione), cede il posto ad una regia ispirata, opera di un cineasta (Jaume Collet-Serra) che aveva molto ben esordito con un horror oggi da rivalutare (il remake La maschera di cera) in quanto decisamente anticipatore nel 2005 della nuova corrente definita "torture porn" o "splatter pack", avviata ufficialmente con Hostel di Eli Roth.
Paradise Beach, com'è giusto che sia, non è un horror, anche se presenta diversi momenti da salto sulla sedia e altri, per crudezza e realismo -con ovvia concessione sul finale assai poco probabile- da chiudere gli occhi. E' un riuscito survival movie, che non aggiunge (in termini di sintesi) nulla di nuovo a quanto già pontificato da Spielberg nell'indimenticabile Lo squalo (1975) ma rielabora, aggiusta, modella e (ri)definisce agli anni moderni (esemplare, a tale esempio, l'uso dello split screen mediante smartphone o quello della videocamera GoPro) una storia eterna, una sorta di "corso e ricorso storico" che, dai tempi del romanzo Il vecchio e il mare (Hemingway, 1952) più volte, con esito altalenante, ha trovato sbocco in una versione cinematografica. In questo caso, senza ombra di dubbio, la nuova rilettura di un classico non sfigura di fronte agli esemplari più significativi...
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