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Paradise Beach: Dentro l'incubo

Regia di Jaume Collet-Serra vedi scheda film

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La recensione su Paradise Beach: Dentro l'incubo

di giurista81
7 stelle

Sorpresa, anche se annunciata, questo beast movie epigono de Lo Squalo del vecchio Spielberg ma soprattutto di Open Water (2003). Prodotto da Lynn Harris, personaggio che è maturato nei ruoli di produttore esecutivo di pellicole cult come Seven (1995), Blade (1998), e Magnolia (1999) e al suo quarto film da produttore, The Shallows (in Italia tradotto con tutt'altro titolo) costituisce un importante step maturato dal non più giovanissimo Jaume Collet-Serra, quarantaduenne al suo settimo film dopo gli horror Orphan (2009) e il trio di action movie interpretati da Liam Neeson e avviati da Unknow - Senza Identità (2011). Nell'occasione Collet-Serra torna a lavorare con un budget ridotto, passando dai 50 milioni di dollari del suo precedente film Run All Night - Una Notte per Sopravvivere (2015) ai 17 milioni di questo Shallows. Poco male. Il film si regge grazie a una sceneggiatura essenziale di Anthony Jaswinski, uno specialista di horror alla prima collaborazione col regista e che ricordiamo in sodalizio con Brad Anderson per il copione di Vanishing on 7th Street (2010), che contiene (ma non evita del tutto, si vedano gli attacchi ripetuti alla boa) le classiche esagerazioni tipiche dei film sugli squali, anche qua tratteggiati come macchine divoratrici di uomini dotate quasi di una certa intelligenza (lo squalo sembra aver compreso le difficoltà della ragazza e non abbandona l'area dove questa si è asserragliata). Jaswinski lavora inoltre sulla caratterizzazione della protagonista, le da un background tragico e conoscenze mediche che le saranno di aiuto per sopravvivere. Oltre alla sceneggiatura, pur priva di grandi sviluppi narrativi (costituiti solo dalla marea che costringerà la nostra a mutare strategia per la propria sopravvivenza) e tutta giocata sulla costante tensione (bravissimo Collet-Serra a non lasciarsi sfuggire il film di mano), risulta fondamentale per la buona riuscita del prodotto l'ottima prova recitativa della bonazza Blake Lively, già ammirata su set di maestri del calibro di Woody Alen (Café Society) e Oliver Stone (Le Belve).

Non manca la tensione (raggiunge discreti picchi, con qualche interessante spruzzata gore), ma soprattutto alcune sequenze che si lasceranno ricordare. Cito su tutte la sequenza con una balena deceduta che galleggia a pelo acqua e su cui la protagonista si aggrappa per sfuggire agli attacchi dello squalo oppure una nuotata, sempre della protagonista, in mezzo a un mare di meduse che aggrediscono pure lo squalo. Visivamente interessante il cambio di tonalità dal blu al rosso nella scena in cui la Lively viene azzannata dallo squalo. Forzato l'epilogo, che non anticipo, ma che mi pare poco verosimile anche se non esagerato come in altri film.

Dialoghi ridotti al minimo, così come gli attori. A parte la Lively, tutti gli altri si limitano a veloci cammei. Il soggetto è semplice. Una giovane ragazza torna sulla spiaggia, avvolta da un bosco e non facilmente accessibile, dove è stata concepita. Come la madre, intende surfare sulla pazzesca lingua di mare che bagna la risacca. Durante uno di questi bagni finisce preda di uno squalo e costretta a trovare rifugio su uno scoglio che fuoriesce dall'acqua a circa duecento metri dalla spiaggia. Rare le presenze di altri bagnanti, sporadiche le occasioni in cui chiedere aiuto. Lo squalo intanto inizia a nuotare intorno e non se ne va. Seguirà la sfida l'uomo contro la bestia, in un contesto ambientale mozzafiato, esaltato da continue riprese aeree di Collet-Serra ma soprattutto da un'eccezionale fotografia curata da Flavio Martinez Labiano (fedelissimo del regista). Belli gli effetti speciali, su tutti uno squalo in computer grafica che non sfigura al confronto con quello storico utilizzato da Spielberg che invece era meccanico. Anonima la colonna sonora. Molto carino, tra i migliori a tema acquatico. Indicato a chi cerchi pellicole con picchi di tensione, che Collett-Serra dimostra di saper ben gestire. B-Movie della stagione da segnalare in nomination tra quelli destinati ad andare a premio.

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