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Man in the Dark

Regia di Fede Alvarez vedi scheda film

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La recensione su Man in the Dark

di will kane
4 stelle

"Caso" di fine Estate americana, un thriller costato il giusto, per i canoni hollywoodiani, meno di dieci milioni di dollari, ne ha incassati 81 solo in patria, battendo rivali molto più accreditati sulla carta. In pratica, ribalta la prospettiva di un  film di suspence del '67, "Gli occhi della notte", nel quale la non vedente Audrey Hepburn riusciva ad avere la meglio su un gruppo di farabutti che volevano recuperare una bambola con della droga all'interno, e penetravano in casa della donna. Qua, invece, tre ragazzi puntano la grande casa un pò isolata di un reduce dall'Iraq cieco, che avrebbe in casa una bella somma, il risarcimento avuto da un'assicurazione per la morte della figlia in un incidente: "Sarà una passeggiata", gongola il capo del terzetto, composto anche da una ragazza, ma non sarà per niente così. Perchè il padrone di casa non è indifeso, e può diventare anche parecchio pericoloso. Fede Alvarez girò un remake de "La casa" che non piacque alla critica, ma ha trovato diversi fans tra gli appassionati dell'horror: pur piuttosto breve, visto che non arriva a novanta minuti di proiezione, "Man in the dark" risulta un film abbastanza monotono, pur con qualche scena indovinata, per tenere lo spettatore sulle spine: Stephen Lang, che ricordiamo già violento in "Avatar" e "Nemico pubblico" è un attore venuto fuori tardi, ma capace, che tratteggia bene un personaggio sinistro ma anche fragile. Però a livello di paura, abbiamo visto cose molto più memorabili, e lascia soprattutto perplessi come nessun personaggio ( o quasi) muoia alla prima, ma dopo un assalto rimane in vita, per presentarsi poco dopo come deus ex machina. Finale classicamente aperto, con possibile apertura ad un capitolo secondo: il tutto, abbastanza prevedibile.

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