Regia di Fede Alvarez vedi scheda film
Approfittando della disponibilità della chiavi, connessa all'attività lavorativa del padre, Alex e due suoi amici, Money, ragazzo strafottente ed incosciente, e Rocky, determinata nel reperire le risorse necessarie per iniziare una vita migliore altrove, compiono furti negli appartamenti dei benestanti di Detroit. I ricettatori lasciano ben poco del bottino nelle mani del trio, il quale ha l'occasione per chiudere "in bellezza" con un colpo ai danni di Norman, un ex-marine, per giunta cieco, dimorante in una grande magione al centro di un'area spopolata della città, il quale anni prima ha percepito e, presumibilmente, custodisce in casa, un'immensa somma di denaro a titolo di risarcimento per la morte della figlia a causa di un incidente stradale. Narcotizzato il cane da guardia, i tre entrano con facilità nell'abitazione di Norman. L'operazione si preannuncia semplice, ma ben presto i tre comprenderanno a loro spese di essere penetrati nella ... casa sbagliata. Thriller al cardiopalma diretto dal regista uruguaiano Federico Alvarez, "Man In The Dark", titolo originale "Don't Breathe", forse più appropriato, racconta della lunga e dolorosa contesa tra un uomo divenuto pazzo e pericoloso a causa delle ingiustizie patite ed i tre giovani invasori del suo "dominio", una casa fatiscente posta in un luogo ove nessuno può ... sentire urlare. Benchè cieco, Norman è in grado di difendersi ed offedere. Forte dell'esperienza acquisita sotto le armi, reso determinato dall'aver attuato un progetto folle, egli tenta di eliminare sia con le pistole, sia a mani nude i tre ladruncoli. Ha una perfetta conoscenza dell'area, priva di facili vie d'uscita; ove non arriva con la vista, utilizza gli altri sensi. Rumori, odori, sensazioni tattili, lo guidano, implacabile, sulle tracce dei giovani. Eliminare lo sconsiderato Money è facile, egli ha commesso l'errore di sottovalutarlo. Alex, con un po' più di sale in zucca, potrebbe fuggire, ma non lo fa; vuole proteggere Rocky, della quale è di certo innamorato. Finchè può, tiene testa a Norman, ma non sopravvive. Rocky è la persona più determinata; i soldi le servono per abbandonare Detroit insieme alla sorellina e lasciarsi alle spalle i drammi di una famiglia distrutta e della miseria. La meritevolezza delle motivazioni è direttamente proporzionale alla "resistenza" dei personaggi in casa di Norman. Money (Daniel Zovatto), intriso di "hybris", è la prima vittima; Alex (Dylan Minnette) resiste a lungo, ma non ha la tempra necessaria per sopravvivere. Forte della sua determinazione, Rocky (Jane Levy) ce la fa, ma non prima di aver percepito e rischiato d'essere coinvolta nell'orrendo disegno di Norman, il quale, pur vittima di una doppia ingiustizia, la perdita dell'amata figlia e la mancata condanna dell'involontaria assassina, ha rapito e reso gravida quest'ultima, pur di avere una creatura umana da crescere in luogo della prole prematuramente scomparsa. l'ex-marine è interpretato da Stephen Lang. Dolore e solitudine alterano la propria capacità di distinguere il bene dal male; un fisico ancora tonico, nonostante l'età e l'invalidità, gli consente di tener testa ai tre ragazzotti, benchè essi - un po' incredibilmente - non sfruttino diverse occasioni per eliminarlo; di certo, del resto, sono "malviventi per caso"; non hanno la mancanza di scrupoli dei criminali di professione. La tensione è altissima. Durante l'inseguimento nella casa e nei suoi dintorni - al quale, dopo un po', prende parte anche il feroce cane da guardia, svegliatosi dal torpore indotto dai ladri - gli sfortunati ladri, bene attenti ad agire in modo da evitare, in caso di cattura, accuse di particolare gravità, scoprono lo spessore criminale e la durezza del proprio antagonista. Alcuni colpi di scena aiutano a tener viva l'attenzione; l'epilogo è invece prevedibile. Predominano tonalità scure; interessanti le sequenze girate nel "buio", indotto da Norman al fine di poter dare la caccia ai giovani privandoli del vantaggio di poter vedere. "Man In The Dark" è un'opera di intrattenimento; sotto questo aspetto è molto ben realizzato, offre ottanta minuti di scontri sempre più animaleschi, in un ambiente ostile, e lambendo nell'evoluzione del racconto gli insondabili abissi di follìa nei quali può sprofondare una mente umana. Disturbante, qua e là; senza dubbio avvincente.
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