Regia di Joseph Cedar vedi scheda film
Richard Gere messo nei panni di un omino buffo che di mestiere fa non si sa cosa, perennemente imbacuccato nel suo cappotto e nella sua sciarpa, col berrettino, gli auricolari sempre in onda e la valigetta business a tracolla in giro per tutta New York, tanto da sembrare poi elegantissimo non appena si toglie tutto quanto di dosso per restare in giacca e cravatta (come, appunto, fa di solito Richard Gere), è davvero una sorpresa. Piacevole, per me. Richard Gere non è però solo: c’è un ottimo cast intorno a lui (fantastico Buscemi nei panni di un potente rabbino), uno racconto psico-politico-affaristico interessante, originale e ben costruito (non so quanto realistico e plausibile il regista Joseph Cedar abbia voluto essere in questa narrazione, personalmente spero il meno possibile...), divertente e bollicinoso (“bollicinoso” sta per frizzante, chissà se può piacere a quelli Della Crusca...), e dove finalmente l’uso dello split-screen trova la sua nuova strada, moderna e tecnologica com’è giusto che sia, grazie a una manciata di scene irresistibili in cui le vite, magari all’altro capo del telefono, si fondono e confondono in perfetto stile “social”, senza rinunciare ai soliti intrallazzi giudeo/massonici che non passano mai di moda.
Gradevole.
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