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Abel - Il figlio del vento

Regia di Gerardo Olivares, Otmar Penker vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Abel - Il figlio del vento

di maestro_farnese
6 stelle

Film formato famiglia, per grandi e piccini. Un viaggio avventuroso in una natura strabiliante. Consigliato vivamente. Voto 6,5.

Quello che dà merito al film non è la trama e non sono i rapporti che s'intrecciano tra animali e la nostra specie ma è semplicemente il connubio perfetto tra documentario e cinema (non è la prima volta), anche quando il cinema è indirizzato ai più piccoli. Per la verità il film è piaciuto anche a me che non sono più un ragazzo e questo la dice lunga su come la scia d'interesse abbia influenzato tutta la scala sociale e tutte le fasce d'età. Una splendida natura incontaminata e ottimamente fotografata, scenografie estasianti e un magistrale lavoro nell'arte della falconeria hanno reso il film degno di lode. E' significativa la chirurgia del creato che interviene nelle relazioni umane migliorandole. La storia parte da una nidiata di aquilotti. Allo scopo di stabilire il proprio dominio nella valle, uno vuole sopraffare l'altro cercando di eliminarlo. E' il caso di dire che Caino vuole uccidere il suo fratellino Abele, ma non vi riesce del tutto, infatti l'aquilotto più debole viene gravemente ferito ma non ucciso e precipita in un dirupo. Sarà chiamato appunto "Abel" dal ragazzo che lo trova. Lukas è un ragazzo problematico con gravi problemi di comunicazione col padre Keller (Tobias Moretti), scaturiti dalla morte prematura della madre, avvenuta purtroppo in circostanze tragiche. Ma nonostante tutto il ragazzo riesce a prendersi cura del piccolo rapace aiutandolo a crescere e a vincere le paure del volo. Nasce così un amore tenero tra Lukas e Abel, in un contesto naturalistico di montagna dove non appaiono segni di insediamenti urbani o tracce di città popolate. Qui vediamo solo tre persone che vivono in armonia con la natura. Keller e suo figlio Lukas, poi c'è la guardia alpina Danzer (Jean Reno) che fa da mentore al ragazzo istruendolo sui metodi di addestramento delle aquile. Danzer è anche la voce narrante del film.

Le scene sono state girate per la maggior parte nelle Alpi austriache, gli Alti Tauri, ma alcune sequenze hanno immortalato le spettacolari guglie delle nostre Dolomiti. Musiche rispondenti allo scenario.

 

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