Regia di Italo Zingarelli vedi scheda film
Una prostituta, con due figli, viene sfruttata dal marito; lo lascia per un giovane pugile che la difende dall'aggressione da parte di due protettori, uccidendone uno; infine trova riparo presso un uomo maturo che però non sembra diverso da tutti gli altri: l'unica certezza per lei rimane la strada.
Prima delle due regie affrontate dal produttore Italo Zingarelli: gli andrà decisamente meglio con l'altra, cioè Io sto con gli ippopotami, 9 anni più tardi; Una prostituta al servizio del pubblico e in regola con le leggi dello stato è una stonata tragicommedia sul tema del sesso a pagamento, visto attraverso gli occhi di una donna di strada a cui capitano i peggiori incontri. Fra botte, violenze e sfruttamenti, la protagonista si riduce a concludere che dal suo mestiere non potrà mai emanciparsi: una morale crudele per una pellicola profondamente maschilista (e consapevole di esserla, con senso critico insomma) che però 'stona', come suggerito qualche riga sopra, per la vena leggera e a tratti perfino comica che la percorre, vanificando spesso l'esito della denuncia di fondo. Scritto dal regista, Barbara Alberti e Amedeo Pagani, il lavoro gode di un buon cast a cominciare da Giovanna Ralli, interprete principale, a cui si affiancano qui, tra gli altri, un giovanissimo Giancarlo Giannini, Paolo Bonacelli, Roberto Chevalier, Jean-Marc Bory, Denise Bataille (è una co-produzione italofrancese, come si nota) e Nerina Montagnani. Certe cadute di stile macchiettistiche nella creazione dei personaggi e barzellettistiche nei dialoghi sono il problema essenziale di un'opera che, pure, ha argomenti seri e scottanti da esporre; il chilometrico titolo è senza dubbio influenzato dalla moda lanciata due anni prima da Ettore Scola con il suo Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?. 2,5/10.
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