Regia di Florian David Fitz vedi scheda film
Un road movie esistenziale sospeso tra la commedia e il dramma. Divertente e fresco. Qualcosa che dalla seriosa terra teutonica non t'aspetti.
E’ tedesca la sorpresa della settimana. Una commedia scritta, diretta e interpretata da Florian David Fitz, attore molto conosciuto in Germania insieme al co-protagonista Matthias Schweighöfer, capace di diventare campione d’incassi in patria. Il cinema tedesco sta risciacquando l’immagine teutonica tutta serietà e produttività proponendo film nel quale l’umanità e l’ironia risaltano come nuova caratteristica del popolo di Germania. Quasi contemporaneo a Vi presento Toni Erdmann, questo film condivide con l’illustre omologo l’uso della commedia per veicolare un messaggio di profondo disagio.
Andi e Benno sono due malati terminali che si conoscono nella clinica nella quale sono ricoverati. Visto l’approssimarsi della fine, decidono di fuggire e fare debiti che non saranno mai onorati per procurarsi il denaro necessario e compiere un ultimo viaggio all’insegna della spensieratezza e del divertimento. E’ un buddy movie dalla struttura classica – uno bello e disinibito un po’ truffaldino, l’altro complessato e timido ligio alle regole – ma che presto si sgancia dagli stilemi del genere trovando una strada del tutto personale.
The most beautiful day funziona, a dispetto del tema che potrebbe sembrare pesante, per la leggerezza con la quale il regista e interprete riesce a gestire i toni del film e l’affiatamento che i due attori protagonisti riescono a mantenere e trasmettere fino al perfetto, commovente finale.
La commedia si colora di un umorismo pocciato nel nero, amaro e ambiguo, nel contesto di un road movie esistenziale alla ricerca dello zenit, il giorno più bello, prima che l’esistenza si smarrisca nell’inevitabilità del nulla. La ragione, slegata ormai da qualsiasi orpello terreno, è vivere e basta, magari riconciliarsi con il passato e connettersi con la natura tra momenti d’introspezione e trascinanti accelerazioni slapstick.
Fitz evita con cura tutte le trappole del genere grazie ad una sceneggiatura spumeggiante e puntuale. Non esiste retorica o pietismo, il dramma è stemperato nell’ironia e la tragedia nel comico. Si ride di gusto e si pensa, ci si interroga sul senso della vita ma al contempo si vedono due personaggi che la vita se la stanno godendo. Forse più di chi è seduto in sala a vederli vivere.
E’ una bella provocazione per un film girato molto bene, con un bel ritmo e una freschezza fanciulla che sfiora l’irriverenza.
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