Regia di Mike Nichols vedi scheda film
VOTO : 6,5.
Da Nichols mi sarei aspettato, viste le tematiche che affronta, un piglio più deciso e diverso, in ogni caso il film è ben fatto anche se alcune scelte più azzardate avrebbero regalato al suo lavoro un gusto diverso e più autoriale.
Henry (Harrison Ford) è un avvocato senza scrupoli, pronto a tutto pur di vincere le sue cause.
Così, quando si trova in un causa intentata da un malato ai danni di un ospedale dove i medici lo avevano curato nella maniera sbagliata arrecandogli gravi danni irreversibili, non si fa scrupoli ad imbrogliare per portare la vittoria dalla parte sbagliata.
Però Henry, punizione divina (ah, quante ce ne dovrebbero essere nella vita vera) finisce in coma dopo una rapina e quando si risveglia si ritrova senza memoria, ma quando capisce cosa ha combinato si mette dalla parte del giusto fornendo a Matthews (il malato) le prove per ottenere giustizia.
Il film parte in quarta, fa un po’ impressione (strana, ma anche per questo vincente) vedere Ford in un ruolo viscido, ma il riscatto (senza se e senza ma) è dietro l’angolo.
E quando la pellicola prende questa strada tende ad afflosciarsi in una routine non proprio entusiasmante anche se il percorso è comunque gestito con un’innegabile professionalità che riesce, solo in minima parte, a trattenere l’invasione dei buoni sentimenti.
Certo così scade la cattiveria di fondo che caratterizza la prima fase, che comunque rimane scolpita nella memoria e rappresenta alla grande lo spirito indigesto che mette la giustizia molto indietro rispetto agli interessi personali delle persone e delle società.
Dunque direi che questo prodotto mescola sacro (temi forti e dolorosi) e profano (una visione del riscatto della giustizia molto generosa), regalando un buon livello di spettacolo anche se l’argomento poteva anche far intendere qualcosa di più corposo e meno accondiscendente.
Sarebbe bastato poco, anche un semplice colpo d’ala ad annebbiare un po’ le conclusioni, per farne un film decisamente migliore.
Discreto.
VOTO : 6,5. Grandioso quando la cattiveria domina la scena, più ordinario, e lontano dal suo stile graffiante, quando le carte in tavola cambiano completamente. Poteva fare qualcosa di più, ma in ogni caso la professionalità non è in discussione.
VOTO : 6++. Si cimenta in qualcosa di diverso dal suo solito, ma convince solo a tratti (brevi).
VOTO : 6++. Non male, offre il suo contributo senza però grandi acuti.
VOTO : 6++. Soddisfacente.
VOTO : 6+.
Niente male.
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