Regia di Ben Affleck vedi scheda film
L'ascesa, tra alti e bassi, l'abilità e i passi falsi di un gangster dotato di coscienza e senso di appartenenza. La costruzione di un impero a cui saprà rinunciare per preferire la famiglia, ma senza per questo soffrire di meno.Gran stile di racconto, scene d'azione sapientemente orchestrate per un ritorno in regia davvero incalzante del divo Ben.
Nell'America del proibizionismo che precede la grande crisi economica, troviamo il malvivente Joe Coughlin tutto malmenato e gravemente ferito su un letto di ospedale, prima che un importante flashback chiarificatore ci spieghi nei dettagli il concitato epilogo che lo ha ridotto in quelle precarie condizioni.
Joe è un malvivente che commercia in alcol e tenta di darsi un nome tra le cosche rivali che si spartiscono il mercato, incurante del fatto che suo padre sia uno stimato e influente ispettore di polizia; lo stesso che lo aiuterà a evitare la pena di morte, scontando invece soli quattro anni di carcere, in seguito alla rocambolesca fuga in auto dalla polizia, ove moriranno tre agenti di polizia.
Fuoriuscito dal carcere solo pochi giorni dopo la morte del padre, a cui dunque non riuscirà nemmeno a chiedere scusa, Joe riuscirà, con un suo fidato compare di scorribande illegali giovanili, a metter su un impero che lo vedrà alleato al boss dei boss, un padrino di origine italiana di nome Msdo (lo interpreta, in un ruolo assai importante e forte di nimerose pose, l'attore italiano Remo Girone, che il manifesto ufficile italiano del film incomprensibilmente ed illogicamente ignora completamente, ma che nei titili di coda appare al terzo posto, dopo Affleck e Elle Fanning).
In " Live by night" ritroviamo in regia un Ben Affleck sempre più bravo, ispirato, e abile narratore, essendo qui anche in veste di sceneggiatore, oltre che di efficace (per una volta ammettiamolo dai) protagonista, impegnato ad adattare un romanzo di Dennis Lehane ambientato nell'America del proibizionismo e dei gangster.
Un romanziere, Lehane, che probabilmente non sarà mai, artisticamente, a livello di altri suoi illustri rivali da grande utenza come Elroy, Leonard o lo stesso King, ma che quasi sempre, nelle trasposizioni cinematografiche dei suoi romanzi, acquisisce potenza sino a livelli quasi sempre encomiabili (Gone baby gone, apprezzabile esordio in regia dello stesso Affleck, Shutter island, di uno Scorsese da blockbuster, ma di ottima fattura), sfiorando a volte persino il capolavoro (Mystic River di Clint Eastwood)
Un ottimo noir esistenzialista, ambientato con grande scrupolo e imponenti scenografie d'epoca, forte di scene di inseguimento in macchina girate molto bene, e sparatorie davvero coivolgenti: circostanze ed evenienze che confermano una volta per tutte, probabilmente, le buone doti di direzione di un attore/divo in realtà più bravo a fare il regista.
Nel cast, imponente, tre donne impossibili e bellissime, ognuna destinataria di un ruolo e di una rappresentanza strategica nella vita movimentata del protagonista: riconosciamo in ordine di apparizione la cameriera Sienna Miller (ovvero l'erotismo, la carica sessuale che giustifica scelte spericolate intraprese senza indugio), la cubana Zoe Saldana (la famiglia, l'armonia della realizzazione, che mette da parte gli istinti e induce a pensare al futuro e alle generazioni che verranno) e l'attrice mancata e poi predicatrice Elle Fanning (il senso di colpa, il tornìmento interiore, l'espiazione come necessità troppo a lungo dimenticata).
Brendan Gleeson, colosso fisicamente ma anche a livello di recitazione, è un padre autoritario ed inflessibile che tuttavia non si dimentica né rinnega i legami di sangue, mentre Chris Cooper è il padre della creatura mistica devastato da complessi e sensi di colpa.
Del gran cattivo tutto italiano ho già detto sopra, ma ribadisco che il nostro Remo Girone è perfetto nel ruolo fondamentale del padrino.
Produce Affleck stesso, assieme a Leonardo Di Caprio.
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