Regia di Mikhaël Hers vedi scheda film
Una scomparsa improvvisa che crea il vuoto, ma poi riavvicina i superstiti e li porta ad approfondire la reciproca conoscenza maturando una nuova concezione dell'esistenza. Un buon film d'esordio forte di due giovani protagonisti affascinanti e molto coesi in grado di creare una alchimia contagiosa ed attraente.
Si può vivere o almeno sopravvivere nel ricordo di tutto ciò che di bello è stato vissuto ed ora è inesorabilmente finito.
Sasha è una bella ragazza trentenne francese, artista che lavora in una azienda artigiana di manufatti per arredo a Berlino, e vive con un coetaneo di nome Lawrence, traduttore trilingue.
Un giorno la ragazza muore improvvisamente lasciando nel dolore, nell'uncredulita' e nello sconcerto il compagno, così come i genitori e la sorella Zoe, giunti d'urgenza per il tragico evento.
La circostanza avvicinerà Lawrence, devastato interiormente ed impossibilitato ad accettare l'evento, con la sorella di Sasha, Zoe, di poco più giovane, separata con un figlio. Nelle successive tre estati i due avranno occasione di rielaborare quel lutto devastante trovando il modo di conoscersi meglio e di maturare un reciproco attaccamento in cui l'affetto e la condivisione portano verso un rapporto più profondo ed esclusivo, nel contesto di tre differenti metropoli come Berlino, Parigi e New York.
Il regista tedesco Mikhael Hers riesce a giostrarsi molto bene sondando in profondità lo shock del distacco improvviso, ma soprattutto il disorientamento di chi non riesce - ed è molto comprensibile - ad accettare una scomparsa, vivendo l'angoscia di aspettarsi in ogni occasione che la persona defunta gli riapparso dinanzi, come conseguenza di un crudele, impietoso incubo.
Ottimo e splendidamente affiatati i due giovani promettenti protagonisti, lui, il biondo attraente e dall'occhio liquido Andersen Danielsen Lye - attore di riferimento di Joachim Trier, lei, mora esile e solo apparentemente vulnerabile Judith Chemla, vista ed assai apprezzata recentemente in Une Vie.
8
Nel ruolo di contorno dei genitori della defunta, due validi caratteristi francesi del calibro di Feodor Atkine e la rohmeriana Marie Riviere, costituiscono un prezioso contorno per un film che parla di morte, ma ci mostra la vita che continua e non si arrende.
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