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La La Land

Regia di Damien Chazelle vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La La Land

di jonas
6 stelle

Inverno, primavera, estate, autunno: quattro stagioni (più un’appendice cinque anni dopo) nella vita di Mia, cameriera aspirante attrice, e Sebastian, pianista di jazz. Ogni tanto il musical viene dato per morto: non si può certo dire che goda di ottima salute, ma insomma batte ancora qualche colpo. Questo esemplare è ostentatamente, spudoratamente classicista, di un manierismo ineccepibile senza essere arido. Racconta cose che chiunque al mondo è in grado di capire, perché fanno parte dell’esperienza comune: lo squallore della vita quotidiana, la volontà di inseguire i propri sogni, la necessità di scendere a compromessi. La scintilla non si accende mai, perché è una storia troppo risaputa per appassionare ancora e contiene tutto quello che ci si aspetta fin dall’inizio. Forse la scena chiave, ben occultata, è quella in cui il frontman rimprovera a Sebastian che idolatrare oggi i grandi rivoluzionari del jazz significa essere conservatori: ecco, Chazelle finge di volerci ammannire un film in stile anni ’50 ma sa benissimo che il pubblico non può più avere l’ingenuità di allora. E si riserba il guizzo decisivo per la fine: la musica può riavvolgere il nastro, farlo ripartire da capo e portare a una conclusione diversa; in questo modo si può anche rinunciare al lieto fine, requisito quasi imprescindibile per il genere.

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