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La La Land

Regia di Damien Chazelle vedi scheda film

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La recensione su La La Land

di ilcausticocinefilo
4 stelle

A seguito dell’exploit con Whiplash, le aspettative intorno a questo nuovo film del regista erano conseguentemente piuttosto elevate e, sarà per questo motivo, sarà per il fatto che è stato fin troppo elogiato dalla gran parte della critica negli Stati Uniti come in Italia (sarà anche per oggettivi limiti del film in sé), il risultato finale risulta proporzionalmente alquanto deludente.

 

 

Emma Stone, Ryan Gosling

La La Land (2016): Emma Stone, Ryan Gosling

 

 

Data la grancassa mediatica che ha innescato, era veramente lecito aspettarsi qualcosa di più.

Mentre invece La La Land risulta essere film ambiguo, banale, monotono e piuttosto insulso sin dal titolo che, come dichiarato dal regista stesso, vorrebbe essere una sorta di "omaggio" a tutti coloro che inseguono i propri sogni (insert here: retorica dell'american dream), un "omaggio" però con "i piedi per terra", ancorato, si fa per dire, alla realtà, dove non sempre tutto va come vorremmo. Il fatto è che, tuttavia, realizzando il film in una maniera tale da farlo risultare di una banalità, zuccherosità iper-glicemica e (talvolta) leggerezza e spensieratezza assolute, il regista smussa sostanzialmente tutti i lati più drammatici (a dir poco patetici, quando non sottaciuti [vedi immancabile semi-happy-ending...]) e più che riconoscere la realtà, con le sue sfide e le sue delusioni, pare tentare di sfuggirvi: rifugiandosi, per l'appunto, in questa sorta di "mondo dei sogni" (dove fare "la la la") nel quale ad importare sono null'altro che i propri sogni che, naturalmente (come da pedestre definizione di "realtà" d'americana concezione) si avverano.

 

 

Ryan Gosling, Emma Stone

La La Land (2016): Ryan Gosling, Emma Stone

 

 

E quindi non si capisce quale sarebbe il messaggio del film. Forse che la realtà invece che affrontata, va rifuggita? Ovviamente, c’è chi potrebbe dire che un paio d’ore di evasione in una sorta di mondo parallelo semi-fantastico non siano poi una cosa necessariamente da buttar via, ma il problema è che, a causa della mancanza di una qualsivoglia tensione drammatica, è assente qualsivoglia forma di coinvolgimento, e dunque non si finisce più di tanto per interessarsi alle vicende dei protagonisti (in particolare del jazzista Sebastian, antipatico per ¾ del film), e inoltre la narrazione si affloscia quasi sempre nelle parentesi tra un numero musicale e l’altro.

 

Numeri musicali, tra l’altro, essi stessi non particolarmente esaltanti e tra i quali è difficile identificarne uno memorabile: non vi ritroverete a fischiettare un motivetto all’uscita dalla sala, semplicemente perché non c’è una sola canzone che sia veramente da ricordare. L’incipit è sicuramente ammirevole sul piano tecnico (un apparente piano sequenza di sei minuti, in realtà realizzato montando minuziosamente tra loro tre riprese) ma fin da subito non particolarmente sul piano musicale (il tema, “Another Day of Sun”, è sicuramente orecchiabile, ma non di certo d’impatto: si farà presto, difatti, a dimenticarsene con il proseguire della visione).

E lo stesso, purtroppo, accade con tutte le altre canzoni, spesso piuttosto fiacche e dai testi poco ispirati, oltreché interpretate non troppo bene dalla Stone e, in particolare, da Gosling (che non se la cavano benissimo neanche nel ballo, dove risultano piuttosto impacciati e “legnosi”).

 

 

Emma Stone, Jessica Rothe, Callie Hernandez, Sonoya Mizuno

La La Land (2016): Emma Stone, Jessica Rothe, Callie Hernandez, Sonoya Mizuno

 

 

Tutto questo, in un musical, è già di per sé piuttosto deprimente, ma tristemente i problemi del film non finiscono qui: la storia è, infatti (ma ormai si sarà già capito...), di una banalità assoluta e, come se non bastasse, è stiracchiata all’inverosimile per vedere di superare le due ore, con il risultato che il film ci mette un’eternità a partire e annoia per tutta la prima mezz’ora (e soffre d'un periodo di stagnazione pure nel segmento centrale).

 

Il messaggio, ammesso che ci sia, è zuccheroso, melenso, consolatorio e fintamente malinconico (e palesa una concezione dell'amore, ma del resto è tipico di certo cinema d'oltreoceano, men che adolescenziale), la colonna sonora di Hurwitz largamente dimenticabile, alcuni momenti sinceramente fastidiosi (ad esempio, quello dove il personaggio di Gosling si mette a pontificare sulla vera "essenza" del jazz, rilevando di fatto la sua natura di snob [non che ci fossero molti dubbi, al riguardo...]).

Certamente, comunque, il film ha anche dei pregi: la buona regia di Chazelle, la fotografia e anche (forse) la scenografia, ma da soli non bastano a fare un buon film (tantomeno, un buon musical). Anche perché la gran parte dei balletti di La La Land, ben riusciti o meno, non sono altro che citazioni o rimandi ( Cantando sotto la pioggia soprattutto, ma anche Balla con me, Spettacolo di varietà, Un americano a Parigi, Sweet Charity – Una ragazza che voleva essere amata, Cenerentola a Parigi) e quindi non vi è un solo barlume di originalità o inventiva in questo come nelle parti non cantate.

In sintesi, un ennesimo film del 2016 sopravvalutato, anche e soprattutto dagli Oscar che gli assegnano ben 14 nomination e 6 statuette (robe da matti!): a regia, miglior attrice protagonista (Stone), fotografia, scenografia, colonna sonora e canzone originale (“City of Stars”).

 

 

Emma Stone, Ryan Gosling

La La Land (2016): Emma Stone, Ryan Gosling

 

 

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