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La La Land

Regia di Damien Chazelle vedi scheda film

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Fanny Sally

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La La Land

di Fanny Sally
6 stelle

Romantico e nostalgico omaggio ai musical della Hollywood degli anni '30 e '40 con due interpreti affiatati e dal buon appeal e delle atmosfere leggiadre e sospese nel tempo. Per inguaribili sognatori.

Mia sogna di recitare al cinema, Sebastian vorrebbe suonare nelle grandi orchestre jazz. Entrambi trasferitisi a Los Angeles nella speranza di inseguire le proprie aspirazioni, nel corso di quattro stagioni si scontrano, si incontrano, si perdono, si ritrovano, si amano, condividono gioie e difficoltà. Alla fine però comprendono di non poter realizzare i propri progetti di vita restando insieme, così si lasciano.

 

Quella del giovane e talentuoso Damien Chazelle è una semplice commedia romantica dai toni sognanti e agrodolci, intessuta da canzoni e coreografie che omaggiano volutamente gli anni d'oro di Hollywood, in maniera elegante, colorata, nostalgica e tuttavia al passo coi tempi, grazie soprattutto alla scelta di due interpreti fascinosi quali Emma Stone e Ryan Gosling, tra i più quotati e richiesti del momento, che dimostrano di sapersi destreggiare tra balletti e schermaglie amorose con uguale disinvoltura e credibilità.

L'atmosfera retrò pone la storia quasi al di fuori del tempo, sensazione che si riflette tanto nei costumi quanto nelle musiche dall'impronta jazz e sognante (se si esclude la breve parentesi che vede un curioso cameo del cantante R&B John Legend), così come nella rappresentazione stessa della "città delle stelle" che appare quasi un luogo fuori dal mondo, poco interessato dal caos della modernità. Nonostante la corale sequenza d'apertura sull'autostrada infatti le strade e i posti appaiono quasi sempre deserti, permettendo ai due protagonisti di muoversi indisturbati a passo di tip tap o di valzer. Un po’ anonimi i brani e le musiche composti dal misconosciuto Justin Hurwitz, con una sola canzone che spicca nella colonna sonora ed è proprio quella che si ripete più volte in varie versioni, ovvero City of Stars, interpretata al piano da Gosling, la cui prestazione canora è salvabile ma non eccelsa, così come quella della Stone. Tra i due c'è un buon affiatamento, ma poco o nullo trasporto passionale, proprio come comandavano le regole del vecchio cinema.

 

È un film che celebra più l'amore per il passato e per l'inseguimento dei propri desideri, piuttosto che esaltare il valore della coppia che nasce per una dolce combinazione. Il tono della narrazione regala una sensazione di fiducia e di leggerezza, è lezioso e ingenuo a tratti, ma sa essere anche sincero e disincantato in altri momenti.

La conclusione con momento Sliding Doors riesce a salvarsi in extremis dalla trappola del finale acchiappa lacrime, esaltando il lato positivo dei momenti convissuti e una forma di amore che va al di là del rapporto a due.

 

Astenersi detrattori del genere lirico/sentimentale.

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