Regia di Damien Chazelle vedi scheda film
Premessa: quando vedete su un manifesto "Candidato a 10 premi Oscar", o giù di lì, tenete sempre presente che il numero di candidature, è vero che di fatto favorisce quasi sempre la corsa ai premi maggiori ( ma negli ultimi anni la tendenza è un pò cambiata...), ma non è un voto, come se al film fosse dato un 10 e lode. Semplicemente, oltre alle candidature importanti, probabilmente viene riconosciuto che nei vari aspetti tecnici, come il montaggio, il sonoro, la fotografia, eccetera, la medesima pellicola è meritevole di premio. Detto questo, il candidato numero 1 ai prossimi Academy Awards è "La La Land", con 14 candidature, come è riuscito solo a "Eva contro Eva" e "Titanic". Damien Chazelle, che aveva colto robusti apprezzamenti critici con il precedente "Whiplash", apre con un numero che è un dichiarato omaggio al musical più classico, con una mattina trafficata, in cui gli automobilisti fermi su una congestionata highway si lanciano in un gioioso buongiorno ballato e cantato: a seguire, due elementi della fila si sfiorano, per due volte, poi si incontrano, e si innamorano, complice la passione per "Gioventù bruciata" e l'amore per cinema e musica. Aspiranti a carriere lei da attrice, lui da musicista jazz, si ostinano a perseguire il proprio sogno, gocce in milioni di altri pretendenti ad Hollywood e dintorni, ma il talento, quando c'è, può essere una chiave che apre tante porte: però seguire un'aspirazione comporta anche delle scelte non facili, e non è detto che il sentimento possa bastare a far durare una relazione. "La La Land" è un dichiaratissimo, sfacciato, appassionato tributo non solo al musical, ma al cinema stesso, e al contempo una storia d'amore aggraziata, fragile e potente come quelle che lasciano il segno: Emma Stone e Ryan Gosling, con ironia, leggerezza, grinta e intensità danzano tra le stelle e dove capita, e come nei più accesi incontri amorosi, il racconto è fatto più che altro di loro due, e non di quel che scivola e circola loro attorno. Se Gosling si conferma uno degli attori più "cool" della propria generazione, lavorando sulle mezze tinte, la Stone dà una prova forse ancora più sentita, e prenota, di fatto, una vittoria all'Oscar difficile da strapparle: e quel che più tocca di questa storia di note, batticuore e passi di danza, è la considerazione che i percorsi della vita possano far finire i rapporti, ma in uno sguardo che brucia il tempo intercorso, fa spazio ad un rimpianto inestinguibile, e non ne lascia ad alcuna forma di rancore, si possa rivivere un sentimento, ed un'ipotesi di vita intera. Al di là delle scelte diverse fatte.
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