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La La Land

Regia di Damien Chazelle vedi scheda film

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Roger Tornhill

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La La Land

di Roger Tornhill
10 stelle

Al terzo film Chazelle fa il botto con quello che non è (solo) un musical: gira magnificamente facendo volare i protagonisti e il pubblico che sa andare oltre le apparenze della "favola musicale". Travolgente come le sue canzoni, retrò e moderno insieme, con due ottimi attori, forse a volte un po' goffi, che fanno più che ballare, sanno emozionare.

 

 

locandina

La La Land (2016): locandina

 

Los
Angeles,

Lei / Lui
Ama

Lui / Lei.
Affini
Nel
Danzar

Leggiadri
Aspirano

Lieto
Avvenire.

Le
Avversità
Numerose
Debelleranno

Lottando
Assieme.

Lievemente
Amareggiati

Loro
Amore
Non
Dimenticheranno.

 

Emma Stone, Ryan Gosling

La La Land (2016): Emma Stone, Ryan Gosling

 

"Leviamoci il pensiero, è ora che te lo dica: detesto il jazz!"

 

Lo dice Mia (Emma Stone) a Sebastian (Ryan Gosling) in uno dei momenti chiave di La La Land. Ma la frase, secondo me, va oltre il significato che ha nel film: infatti la reazione di Sebastian, che proverà, riuscendoci, a farle cambiare idea, l'ho percepita quasi come fosse la stessa del regista, pronto a mettere le mani avanti proprio verso quella parte del pubblico, ed è davvero tantissimo, pronta a dirgli: "detesto il musical". Ok, chi è senza peccato... anch'io, lo ammetto, spesso son tra questi: non è il mio genere preferito e di solito son poco propenso verso film con gente che canta e balla. Ma sono anche curioso e, come fa Mia, disposto a dare una possibilità e la mia fiducia a chi ci mette tutto il suo entusiasmo nel raccontarmi quello in cui crede, anche se è in una forma a me non troppo gradita. La passione è uno dei punti cardine del film, quella di Sebastian per il jazz (porta Mia a un concerto perché per lui sentire i musicisti suonare dal vivo è il solo modo per capirne la portata, senza fermarsi alle apparenze come fa lei) e come quella - ed è tantissima - di Chazelle per il cinema. Anche lui prova a tendere la mano al pubblico dicendogli: "stavolta fidati e prova a seguirmi", trasportandolo per due ore in questo turbinoso viaggio tra amore, musica e passioni che non conoscono freni, a cui mi è stato davvero impossibile sottrarmi e dire no. Per una volta ho provato a lasciare i miei pregiudizi fuori dal cinema e godermi un film che attendevo con grande curiosità, tra chi lo portava in trionfo e chi lo affossava e per mia fortuna mi ritrovo tra i primi. È riuscito ad affascinarmi totalmente, senza che io ora diventi un fervente sostenitore dei musical (esistono anche le vie di mezzo), ma magari sforzandomi di più di provare a guardarli con occhi un po' diversi.

 

scena

La La Land (2016): scena

 

Fin dalla incredibile scena d'apertura in autostrada il film mi è entrato sottopelle con un ritmo travolgente che non mi ha mai mollato. Anzi, almeno inizialmente, l'unica "delusione" è stata proprio che di scene e balletti di massa con coreografie e riprese a quel livello mi pareva ce ne fossero pochi (giusto forse quello del party in piscina sulle note di "Someone in the crowd", poiché quello "in assenza di gravità" all'osservatorio, pur splendido, è già un'altra cosa, un ballo a due più classico, più intimo e romantico) e nel prosieguo anche le canzoni sembrano scemare, dando più spazio alla recitazione. Mi era parso quasi un "difetto", ma ripensandoci mi sono ampiamente ricreduto. Il mio errore era appunto quello di considerarlo un musical classico, mentre in realtà il film è più complesso di come appare e il regista sa andare ben oltre le canzoni e le coreografie accessorie, facendo di La La Land "il suo film jazz". Che, come spiega Sebastian a Mia, se ne frega delle regole prestabilite ma va dove gli pare e quindi a Chazelle non importa di somigliare ad altri film (pur citandoli) infarcendolo di balletti, canzoni e musiche, ad opera di Justin Hurwitz, che spesso sono piccole variazioni sui temi principali riarrangiati. Qui vale più la regola del "poco ma buono", cioè non conta certo la quantità ma la qualità, che è sempre a livelli molto alti. Chazelle esegue la sua partitura, usandole con discrezione e dosandole in maniera perfetta, quando davvero servono, per valorizzare i due protagonisti e la loro storia d'amore e di vita, anziché divorarla facendola passare in secondo piano. Alcuni brani appena accennati tra Mia e Sebastian sono funzionali al racconto e così i balletti a due, mai troppo invasivi. C'è qualche canzone più leggera, qualche altra con più pathos, come quella dell'ultima audizione di Mia prima di andare a Parigi, fino allo spettacolare crescendo col climax del lungo e magnifico finale col "what if" se il loro destino avesse preso un'altra piega: otto minuti da brividi, pelle d'oca e pura emozione che solo la magia del grande cinema sa regalarti. Nessuna parola qui, parlata o cantata che sia, perché non ne servono più. Il silenzio sa essere ben più eloquente quando la musica, le immagini e la recitazione dei protagonisti sono perfettamente fusi a questi livelli e bastano quindi solo quei due loro sguardi che si incrociano, dal sorriso appena accennato, per dare una fitta al cuore e comunicare cose enormi che le battute avrebbero certo banalizzato. Mi basterebbe già solo questa sequenza, per me già cult, per innamorarmi di questo film. Sarò un romanticone ma è un finale coi controfiocchi, che mi ha emozionato come non mi accadeva da tanti anni.

 

Emma Stone, Ryan Gosling

La La Land (2016): Emma Stone, Ryan Gosling

 

La La Land credo sia molto più di un semplice musical: è una bellissima e coinvolgente storia d'amore tra due persone, apparentemente banale e già vista come poche altre, verissimo, la trama si può scrivere in due righe, ma che nonostante ciò funziona alla grande, perché non è importante soltanto il "cosa" ma anche il "come" lo si racconta, visivamente ed emotivamente. Una storia sull'importanza che rivestono i nostri sogni e il cercare di inseguirli sempre, con speranza e tenacia, sulla necessità umana del sostenersi a vicenda e molto altro, cose queste che a molte persone forse faranno sorridere o appariranno banali e scontate, ma di cui invece credo ci sia un grandissimo bisogno. Una storia in cui è l'amore, non certo solo quello per il proprio partner, ma anche per la musica (tutta, non solo il jazz), per il cinema e per la vita, il vero protagonista. Un film che mi ha trasmesso tanta sana energia positiva forse anche perché, come dice Mia a Sebastian, la gente adora chi, come lui, ha una grande passione perché gli ricorda qualcosa che in tanti - purtroppo - hanno dimenticato. Per mia fortuna di sognatori che ci credono tantissimo in ciò che fanno e che la loro passione cercano di trasmetterla agli altri ne ho conosciuti, forse è anche per questo che adoro il Sebastian di Ryan Gosling e non posso certo restargli indifferente.

 

Ryan Gosling

La La Land (2016): Ryan Gosling

 

Ma è soprattutto Damien Chazelle che riempie della sua grande passione e vitale energia questo film, cercando di riversarla sul pubblico. Ad alcuni arriverà, ad altri purtroppo no, ma credo sia impossibile, al di là che il film piaccia o meno, non percepirlo e non comprendere la sua onestà di intenti. Insomma credo sarebbe un grave errore perderlo al cinema, il gioco vale ampiamente la candela. E fare paragoni coi grandi musical del passato, che avevano ballerini e numeri di danza migliori di questo, credo sia ingiusto. Non è certo questo il punto di forza di La La Land, la Stone e Gosling (che ha imparato a suonare il piano per essere più credibile) ci provano a impegnarsi (secondo me son anche discreti a volte, altre un po' meno) ma non sono certo professionisti di canto e ballo e si vede. Ma non è così importante, il musical qui è solo un pretesto, la forma cinematografica giusta scelta per raccontare la storia di due persone normali che si innamorano e che come tutti gli innamorati cantano e ballano anche perché sono felici e in quello stato mentale leggero ed euforico (che è anche una delle spiegazioni del titolo) che certo non gli pone il problema di esser forse a volte un po' goffi, proprio come faremmo noi al loro posto. Non un difetto quindi, ma un pregio che da una nota realistica al tutto, come accade in varie scene del film che è disseminato di elementi che dopo averli fatti sognare un po' con un brano musicale li riportano poi bruscamente coi piedi per terra, con la magia interrotta dalla suoneria di un cellulare, da una pellicola che va a fuoco, da un divieto di sosta che le fa portar via l'auto, etc. Ciò che conta davvero qui  è la grande alchimia tra i due protagonisti, senza la grande prova recitativa di Emma Stone e Ryan Gosling non credo il lato romantico su cui poggia il film avrebbe funzionato così bene.

 

Emma Stone, Ryan Gosling

La La Land (2016): Emma Stone, Ryan Gosling

Damien Chazelle

La La Land (2016): Damien Chazelle

 

E poi c'è la regia magica e strepitosa di Chazelle, qui in stato di grazia, che vola altissima (fino alle stelle, come nella scena all'osservatorio) citando e omaggiando i classici, ma essendo al contempo modernissimo e che strizza l'occhio al pubblico autocitandosi: tra il cameo di un duro e scorbutico J. K. Simmons, quasi un piccolo trait d'union con Whiplash, e il suo film d'esordio "Guy and Madeline on a park bench" che si gira negli studi Warner in versione vintage anni '50 (quando Mia e Sebastian si fermano durante il ciak poco dopo il manifesto passa veloce alle loro spalle). La La Land è un film che mi ha appassionato ed emozionato come raramente mi capita a questi livelli e che ritengo tra i migliori dell'anno. Un film romantico ma non melenso, dal sottotesto ben più profondo e (dolce)amaro, fintamente travestito da favola moderna è invece una storia universale capace di suscitare emozioni sincere, che non sarà un successo effimero ma sono certo durerà nel tempo. Dopo il valido e da me apprezzato Whiplash, Damien Chazelle fa un grande passo avanti, tornando a colpire nel segno con un film in cui la forma è si molto importante e fondamentale, ma altrettanto lo è la sostanza, dimostrando di avere le carte in regola per divenire uno dei registi più promettenti della sua generazione, con uno stile ormai proprio e riconoscibile e una maestria e padronanza del mezzo cinematografico sempre maggiori, quasi incredibili per un ragazzo al suo terzo film. E tra le stelle molto probabilmente ci finirà anche la notte degli Oscar: saranno certo troppe le 14 nomination, ma si sa che a Hollywood esagerare è la regola del gioco, inutile stupirsi. Non sono certo i premi a sancire il valore di un film, ma almeno quelli per regia, film, colonna sonora e scenografia (e forse anche fotografia e montaggio), credo sarebbero meritatissimi: se per Rossella O'Hara "domani è un altro giorno" per lui, di certo, "it's another day of sun".

 

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