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La La Land

Regia di Damien Chazelle vedi scheda film

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LucaJazz94

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La recensione su La La Land

di LucaJazz94
8 stelle

City Of Stars

 

Premetto che il musical è il genere cinematografico che meno apprezzo, per il quale, solitamente, non ho il minimo interesse.


La storia vede Mia (Emma Stone), un'aspirante attrice e Sebastian (Ryan Gosling), pianista jazz, che incrociando le loro strade a Los Angeles, si innamorano e si ritroveranno a condividere sogni, speranze e illusioni.

 
Dal regista e sceneggiatore Damien Chazelle, il fortunato cineasta statunitense che esordì nel 2009 con Guy And Madeline On A Park Bench e che diventò successivamente famoso nel 2014 con il suo ottimo Whiplash, arriva questo La La Land; pluripremiato musical per tutte le età, che omaggiando il cinema anni 50/60, unisce comedy e drama con un forte tocco di romanticismo e classe. Chazelle (che è anche un musicista), continua la sua carriera con questo lungometraggio per palati fini, che vive principalmente di magia e potenza visiva.


Già all'inizio del film, si può notare con quanto mestiere e tecnica il regista sia bravo ad inscenare il tutto. La prima coreografia, la scena che apre il film, “quella dell'autostrada" per intenderci, è stata realmente la prima a essere realizzata e successivamente girata in un arco di due giorni e ha richiesto più di 100 ballerini; tutta la sequenza è veramente scritta e portata su schermo in modo davvero magnifico caratterizzata da un piano sequenza da urlo e da bravi acrobati e ballerini. Dopo un inizio convincente, il film continua a stupire su tutti i piani. Per cominciare l'audio e la colonna sonora; che in un film di questo tipo, deve necessariamente essere uno dei punti di forza più riuscito- è composta e orchestrata da Justin Hurwitz, che dà ancora, dopo Whiplash, incredibile prova di sé, componendo dei brani piuttosto complessi ma orecchiabili allo stesso tempo. A fianco delle bellissime parti strumentali jazz, in modo davvero scorrevole e con la giusta dose di profondità, si affiancano i testi delle canzoni, rispettivamente scritti dai compositori teatrali Benj Pasek e Justin Paul, dove nulla risulta stupido o banale ma neanche, giustamente, troppo articolato.

 

Si passa poi alla sceneggiatura del film, che scritta proprio da Chazelle, risulta generalmente buona, con dialoghi che non annoiano e anzi raramente, semmai, ammirano lo spettatore, offrendogli momenti di ironia contrapposti a momenti di riflessione, (giusto per chiarire, nulla di particolarmente interessante o filosofico).

Teniamo presente però che non è tutto oro quel che luccica; di contro, infatti, la cosa che mi ha fatto storcere il naso sin dall'inizio, è tutto il messaggio e il concetto di fondo piuttosto banale e borghese, con queste persone che vogliono per forza mirare al successo e diventare delle star. Questo lato della scrittura, onestamente, mi ha deluso. Senza poi contare una sorta di melassa fin troppo finta e delicata che nonostante la notevole messa in scena, vede le medesime persone che tra una coreografia e l'altra prendono e iniziano a volare di sana pianta, tutto ciò, per far instaurare una sorta di effetto "wow poetico" nello stato d'animo dello spettatore.

 

Ma tornando a noi: dove ci troviamo in La La Land? che ambientazione è stata scelta dal regista? Ebbe sì, ancora una volta è la maggior protagonista nei film tipici dai racconti noir, ovvero, anche a detta dello stesso Chezelle, la città dei sogni irrealizzati: La bellissima Los Angeles degli anni passati, caratterizzata dalle sue palme, nonché protagonista in film come Bowfinger, American History X o il recente Café Society.

 

Le riprese hanno avuto luogo in oltre 60 luoghi in questa bellissima città che sarà poi fulcro, anch'essa della spettacolarità del film sia sul piano fotografico e coreografico che su quello registico in generale. Da notare che fin dall'inizio, Chazelle ha voluto che i numeri musicali del film fossero girati in CinemaScope in stile anni 50. Un cinema da subito nostalgico per i fan della settima arte.  

 

Dal punto di vista della fotografia siamo a livelli alti; è presente un effetto leggermente flou (non marcato come quello dato ad A Proposito Di Davis, dei Coen), che seppur non amo particolarmente, risulta contestualizzato. La saturazione piuttosto calda, si amalgama poi con una grana presente in un modo piuttosto pulsante, ovviamente voluta e a sfondo Tarantiniano o Woodylliano, (se mi permettete l'accostamento), la gestione delle luci di scena, dei piani e della messa a fuoco, risulta curatissima, dove è presente- in modo piuttosto persistente- specie negli ambienti esterni, un leggero effetto fish eye, molto amato dal sottoscritto. Da notare, a questo proposito, anche la bellissima scena stile silhouette nella parte avanzata e nella scena dell' osservatorio.  

 

Passiamo, dunque, alla regia che risulta fermissima: pochissima macchina a mano, il tutto è statico. Fermo. Studiato. Ritroviamo i movimenti di macchina tipici dei grandi autori come Scorsese o Allen... carrellate, inquadrature fisse, panoramiche e dettagli con una effettistica editata in modo tutt'altro che dozzinale; e parlando sempre di edizione, insieme all'ottimo sonoro, affiancato da un doppiaggio convincente, non manca un montaggio praticamente perfetto.


E ora arriviamo all'interpretazione che risulta davvero notevole. Gli attori riescono a trasmettere la giusta empatia e reggono da soli tutto il film.

Il cast è di tutto rispetto, a partire dalla bellissima e dolce Emma Stone, che ci regala un'interpretazione davvero sentita, tra recitazione e canto, con una voce che trasmette calma e sofferenza, per poi continuare con quel sex symbol (sarete contente voi signorine) di Ryan Gosling, che oltre ad imparare tutti i passi giusti per le coreografie, suona piano e tastiere in modo davvero professionale. Come "special guest", nel cast troviamo, J.K. Simmons, già visto in Whiplash (l'insegnante duro e testardo) e pensate un po? John Legend, nel ruolo del leader di una band. Tutti e ripeto, tutti gli attori sono vestiti con degli abiti davvero su misura per loro, dei veri modelli, bellissimi, che danno l'idea del lusso e della buona stoffa.

 
Insomma il musical, o quantomeno uno dei musical più belli degli ultimi anni; un cinema che vive d'arte visiva, strizzando l'occhio al retrò, grazie all'ambientazione, al sonoro e soprattutto alla magia che sa dare durante tutto l'arco dei 128 min, reggendo abbastanza bene dall'inizio alla fine, senza mai annoiare lo spettatore. Peccato, però per lo sfondo sociale un po' borghesuccio e tutto il discorso sul successo espresso in precedenza.

 

In conclusione: questo è La La Land; la città delle stelle, le stelle dalle forti ambizioni, dai sogni ambiti, che con coraggio e dedizione, tra i mille sacrifici, tentano di seguire la strada del successo, cercando di trovare attraverso la speranza, la forza di continuare a vivere, nell'attesa di vedere loro stesse completamente realizzate. 



Voto 8

 

 

Emma Stone, Ryan Gosling

La La Land (2016): Emma Stone, Ryan Gosling

 

 

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