Regia di Damien Chazelle vedi scheda film
Un coloratissimo ed esuberante revival di un filone finito nell'oblio, con canzoni di un genere che tutti considerano morto e balletti che contagiano subitaneamente.
Abdica vittoriosamente all'anticaglia ideologica che aveva condotto al naufragio il suo lavoro di debutto (Whiplash), ma l'energica sovrana del cinema di Damien Chazelle è sempre la musica, e il suo valoroso proposito è ancora mostrare la letizia e l'intima pace che si possono agguantare solamente inseguendo e coltivando le proprie aspirazioni più profonde. Dove risiedono, allora, le ragioni di questo stratosferico slancio da un film all'altro? In primis, nella forma: da un ruvido romanzo di formazione, si viene traghettati nel cuore pulsante di un coloratissimo ed esuberante revival di un filone (il musical) finito nell'oblio, con canzoni di un genere (il jazz) che tutti considerano morto e balletti che contagiano subitaneamente. Per la scenotecnica e le coreografie, l'ispirazione di Chazelle, regista e autore di una prodigiosa sceneggiatura, è ammantata di amore per i classici – lui cita come suoi sacrosanti modelli Cantando sotto la pioggia, Spettacolo di varietà e le pellicole di Jacques Demy – e anche di una voglia di artigianalità che nella Hollywood odierna sta sparendo (la rappresentazione dal vero scaccia l'ingerenza degli effetti speciali). E quando tale stile di esposizione collima con l'intrinseco significato emotivo dell'opera (ossia in una sequenza finale onirica imbevuta di accorato disincanto, che spiazza e su cui è inevitabile versare qualche lacrima), la polvere magica si cristallizza: guardare al passato con affetto nostalgico e dolente facendo finta che non si sia mai eclissato significa, poi, fare i conti con la cruda realtà. Ma i sogni, con la loro indispensabile squisitezza, la edulcorano fino a impreziosirla. Se si realizzino non ha importanza. La favolosa chimica tra Ryan Gosling ed Emma Stone, entrambi straordinari, lascia stupefatti. Piccola parte per J. K. Simmons. Sette Golden Globe, sei Oscar su quattordici nomination e Coppa Volpi alla Stone.
La colonna sonora di Justin Hurwitz, con tanti magnifici brani originali, è una gioia per l'udito.
♥ Film STRAORDINARIO (10) — Bollino VERDE
VISTO al CINEMA
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta