Regia di Damien Chazelle vedi scheda film
Le aspirazioni sono il tassello più genuino per dare un senso alle proprie esistenze incerte,insidiate da nevrosi ed inadeguatezza. Chazelle punta più sull'ossession jazz di lui,che sul divenire star di lei, e dirige bene un musical spurio in cui vince soprattutto l'intesa chimica tra i due attori, ottimi a recitare, un pò meno a mimare il canto.
VENEZIA 73 - CONCORSO - FILM D'APERTURA
Le aspirazioni, il coronamento dei propri progetti attitudinali, sono qualcosa di fondamentale persino più della garanzia di un posto fisso e di uno stipendio assicurato. Un musicista appassionato di jazz, costretto a chiudere il suo locale sulla via del collasso (il jazz non piace più alle masse) e a suonare motivetti in un night come tanti, si imbatte in varie circostanze in una giovane aspirante attrice, decisa a coronare il suo sogno di recitazione nato sulla scorta del ricordo di una nonna che fu attrice, seppur di second'ordine, durante la sua giovinezza.
Più che un incontro, il loro è uno scontro, complice il maldestro atteggiamento di lui, dal quale tuttavia scaturisce una unione solidale e forte, che li aiuta, nonostante gli alti e bassi, a superare i momenti di scoramento in cui tutto sembra vano ed irraggiungibile.
Il Chazelle di Whiplash non demorde con la musica e l'impeto che carica chi vuole emergere nonostante tutto, e ci racconta, con numeri musicali e balletti giocosi e brillanti, spumeggianti e talvolta vintage, la realizzazione del sogno americano, quello che si suda a lungo, ma che prima o poi arriva sempre a coronare quei sogni che diventano realtà.
Il film, molto ben girato, abbandona ad un certo punto i numeri musicali e cantati quasi se ne scordarsi, e sbilancia la storia più sul personaggio maschile, e sul jazz, che sulle aspirazioni teatrali di lei.
Gusti personali di regia, conoscendo la passione mélomane del cineasta, per un film carino molto adatto ad aprire il festival veneziano, in cui emerge soprattutto l'alchimia fisica tra i due protagonisti, più affascinanti che belli, ottimi ballerini e molto intensi espressivamente; decisamente più goffi invece, ma ugualmente adorabili, a mimare il cantato, circostanza che li sorprende un pò imbarazzati e a disagio.
Da Chazelle forse ci si aspettava qualcosa di più, ma come inizio festivaliero non ci si può decisamente lamentare.
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