Regia di Tate Taylor vedi scheda film
Trasposizione cinematografica di un grande romanzo di Paula Hawkins non è altezza del racconto da cui è tratto
Adattamento cinematografico dell'omomimo romazo di Paula Hawkins.La trasposizione del racconto, di per se già abbastanza complesso, penalizza fortemente il lavoro letterario da cui è tratto.I tormenti di una donna allo sbando,Rachel alcolizzata, divorziata e che ha perso il lavoro, diventano incubo e ossessione, quando ciondolando sul treno,dove ammazza il tempo fantasticando e osservando una coppia di ex vicini,che ha idealizzato come l'incarnazione dell'amore perfetto,avrà l'impressione di assistere ad un adulterio, guardando dal finestrino la donna Megan che si abbraccia con un altro uomo.Questo evento la destabilizzerà completamente e la farà immergere in uno sciagurato intreccio, dove entrano altri personaggi,l'ex marito che sembra avere interesse a tutelare la nuova famiglia e soprattutto la nuova compagna Anna ,tenendo lontana Rachel,che non si rassegna al perduto amore,poi la baby-sitter della coppia ,Megan appunto, moglie fedigrafa di un marito ambiguo,destinata a morire e un insolito psichiatra che dovrebbe curarla.Tra giallo psicologico e thriller, la regia affida soprattutto a Emily Blunt,il compito di reggere la storia interpretando un personaggio doloroso e angosciante,preda di deliri e farneticazioni alcoliche,sembra votato alla follia e all'annientamento fisico,fino a quando però un'intuizione in un barlume di lucidità, con un colpo d'ala improvviso e provvido,le salverà la vita e le consentirà di recuperare il suo equilibrio.II finale svelerà il complesso arcano.
Il film è contorto,anche se la recitazione è buona,è la storia che scricchiola,in un gioco di specchi troppo pretenzioso, finisce per diventare un rebus complicato e improbabile.
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