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La ragazza del treno

Regia di Tate Taylor vedi scheda film

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La recensione su La ragazza del treno

di mc 5
10 stelle

Mi capita spesso ultimamente di esprimere opinioni cinematografiche che divergono sensibilmente da quelle della critica. Questo è esattamente uno di quei casi. Il film in oggetto è stato accolto dalla stampa (e dal web) con una selva di mugugni piu' qualche stroncatura risentita. Ebbene il sottoscritto ne è rimasto affascinato. Il problema di questa pellicola è che richiede un approccio squsitamente intimo e "personale", avendo al centro i fantasmi della mente di una donna turbata e sconvolta. Qualcuno ha citato ombre vaghe di Hitchcock e Fincher, autori che il regista Tate Taylor evoca con eleganza e discrezione, e comunque in maniera sapiente. Direi di archiviare sotto la voce "thriller psicanalitico" (genere che mi ha sempre attirato alla grande). E qui bisogna chiarirsi. Questo film o lo si ama o lo si odia. Non c'è via di scampo: le continue riflessioni della protagonista o le si giudica come paturnie intollerabili e sfiancanti (e allora è meglio uscire anzitempo dalla sala) oppure (è il mio caso) se ne resta sedotti ed intrigati, in un meccanismo psicologico che trasmette la devastazione mentale dell'attrice (una performance "totale" di una splendida Emilly Blunt) allo spettatore che ne sia predisposto, sotto forma di un'inquietudine che sfiora il disagio.Il film parte bene, presentandoci tre figure di donne ciascuna assai intensa e che si riveleranno una piu' tormentata dell'altra. E diciamo dunque che il film esplora con grande attenzione i conflitti di coppia dal punto di vista della sensibilitò delle donne, ecco perchè mi sento di consigliarlo soprattutto ad un pubblico femminile, che sicuramente sarà in grado di apprezzarlo al meglio. C'è chi detesta (quasi tutti i critici) le voci narranti fuori campo, io invece (non sempre, certo) le apprezzo e qua l'io narrante di Rachel(la protagonista) è fondamentale, perchè è attraverso le sue riflessioni continue che ne penetriamo i pensieri piu' nascosti e i segreti piu' intimi e inconfessabili. Il tutto arricchito dalle composizioni orginali (spesso emozionanti) del Maestro Danny Elfman. Tre donne con tre personalità talmente sviluppate e forti che ognuna potrebbe essere materia per un proprio film (ed impersonate ciascuna da attrici tutte e tre all'altezza). Il film è tratto da un best seller scritto da una donna (tale Paula Hawkins). Insomma è un dramma quasi tutto al femminile in cui dunque è comprensibile che i compagni delle tre donne facciano piu' o meno tutti la figura -quando va bene- degli inetti o degli impotenti. Sono rimasto conquistato dal percorso ad ostacoli di Rachel che diventa una discesa agli inferi, un viaggio allucinante tra i fumi dell'alcol, tra maschi gelosi e violenti, con punte di follia che sfociano in un omicidio. Insomma io non mi capacito di come si possa ridurre tutto questo ad una "donna che non fa che parlarsi addosso in una serie di sequenze ripetitive" (perchè è è poi questa la visione che gran parte della critica ne ha riportato). Concludiamo con l'ottimo cast. Discreti gli interpreti maschili ma è piu' che ovvio puntare i riflettori sulle tre splendide star femminili. A partire da Emily Blunt nel ruolo probabilmente piu' impegnativo della sua carriera, perchè qui lei (spesso ripresa in primo piano) si mette veramente a nudo, si espone totalmente al pubblico. Ma anche le altre due bionde (e molto belle) co-protagoniste sono perfettamente aderenti ai (tormentati) rispettivi ruoli (è doveroso nominarle: Rebecca Ferguson e Haley Bennett). Poi vabbè, liberissimi di annoiarvi come i suddetti critici ma non mi verrete a dire che è un film banale.

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