Regia di Tate Taylor vedi scheda film
Un thriller dalle potenzialità intercity che si rivela essere un interregionale. Ma ritmica a parte, la pendolare Blunt se la cava meglio del macchinista ed il film arriva in stazione in orario.
Un originale thriller psicologico nel quale l'interesse si concentra essenzialmente sui tormenti della protagonista femminile (una bravissima Emily Blunt) e meno sulla creazione della suspence per l'omicio che fa da innesco alla storia. La regia crea un atmosfera nebulosa, torbida, anche confusa, come i ricordi dell'alcolizzata pendolare che si improvvisa detective e Taylor utilizza una modalità narrativa tale da far sembrare che la storia scorra fuori dal finestrino di un treno. Questo rende debole il senso di immedesimazione nello spettatore, cosa che rappresenta un punto di fragilità del film, acuito anche dal ritmo piuttosto compassato della vicenda. Ma l'ottima perfomance dell'attrice, lo scaltro dipanarsi del mistero, l'intrigante colpo di scena finale (che gli amanti del genere potrebbero comprendere in anticipo) donano a questo film un fondamento ed una concretezza che rende piacevole la visione. Alcolico.
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