Regia di Hirokazu Koreeda vedi scheda film
Di Kore'eda ho visto 3 film e mi sono piaciuti tutti; anche questo merita una visione, anche se non è indimenticabile.
Il titolo originale giapponese vuole dire “Ancora più profondo del mare”, mentre quello internazionale è “Dopo la tempesta”. Come sempre il titolista italiano viaggia con la fantasia, eppure stavolta non casca male, ci può anche stare.
Si racconta di un fannullone che non ha voglia di fare nulla, tale e quale suo padre, nel frattempo deceduto. Il protagonista è divorziato (ma ancora innamorato della ex moglie) e c’è anche un figlio, un ragazzino, che lui può vedere solo una volta al mese. Sbarca il lunario come detective, si fa per dire, ha debiti con tutti; un certo talento ci sarebbe, ma non lo sfrutta. La storia è minimale, alla fine la famiglia è riunita temporaneamente dalla nonna, mentre passa un tifone sul Giappone (quello del titolo); nella conclusione il protagonista farà mente locale sulla sua situazione e su cosa fare, ma a quel punto il film termina.
Malgrado il mio breve e lacunoso riassunto di cui sopra, il film non è male, le vicende si seguono molto volentieri, io sono per un sette, i protagonisti sono tutti, al solito, di straordinaria bravura; alla regia quel Kore’eda che mi fulminò con lo strepitoso Father and son, però poi sia con questo che con Affare di famiglia (seppure vincente a Cannes) non ha più neanche sfiorato, a mio parere, quel livello. Caruccio questo, però, se capita, merita.
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