Regia di Scott Derrickson vedi scheda film
Non il solito film supereroico, pur essendo il solito film supereroico.
Il nuovo capitolo del Marvel Cinematic Universe, il secondo della Fase tre (iniziata con Captain America:Civil War) è un ottimo punto d'entrata per chi, fino ad ora, non si è lasciato attrarre (o affascinare) dai film sui supereroi.
La storia del chirurgo sbruffone ed egoista (ma simpatico) che, per cercare una cura ad un male fisico, trova sé stesso ed un ruolo nuovo nel mondo ricalca le vicende già viste (o lette) altrove e, da questo punto di vista, non offre nulla di nuovo.
Quello che, però, si può trovare in Doctor Strange è la creazione di un modo "altro" visivamente efficace che, finalmente, da un senso al 3D e trasporta lo spettatore in scenari che, pur prendendo spunto da Inception, riesce ad essere originale e soprattutto plausibile. L'arco di trasformazione di Strange, poi, è sensato e, per una volta, temporalmente ben raccontato (da quando ha l'incidente a quando diventa il mago supremo passa molto tempo e, su schermo, questo è ben reso)
Alcuni passaggi potevano essere risolti in un modo migliore, pur essendo tutti maghi continuano a prendersi a botte quando potrebbero risolverla a livello spirituale, il doppiaggio è piatto (soprattutto Francesco Bulckaen che fa rimpiangere il - già inadatto - Pezzulli) e, ovviamente, ci sono i siparietti divertenti che fanno ridere tutti e fanno tanto piacere ai bambini (e tranquillizza la Disney).
Il finale (e la battaglia che ne segue - presa pari pari da uno dei migliori cicli di storie fumettistiche del personaggio Marvel) è però abbastanza epico e diverso dal solito "uccido il cattivo ma io sono nel giusto".
Sono uscito dal cinema più soddisfatto di altre volte e senza l'impressione di aver visto l'ennesima variazione del tema.
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