La recensione su Doctor Strange

Ero in fila alla cassa del cinema, determinato a rivedere quel film ("La ragazza del treno") che ha tanto schifato la critica quanto sedotto il sottoscritto, quando ho avuto in extremis un ripensamento scegliendo invece l'opzione "Dr Strange", inizialmente accnatonata per il semplicissimo motivo che coi super eroi della Marvel il mio rapporto -salvo rare occasioni- è sempre stato pessimo. Il problema è che non ne posso piu' di personaggi invincibili i cui poteri vengono puntualmente caantrobilanciati da insopportabili paturnie unane. Per tacere poi degli scontri finali tra titani coi vari capitan America che mi stordiscono tra clangori ed esplosioni. Ma mi fanno venire l'orticaria anche gli Eroi tipo Iron Man quando inscenane patetici siparietti autoironici. Premesso che non sono mai stato lettore se non occasionale dei fumetti del settore, devo dire che esistono però due personaggi che mi hanno sempre almeno incuriosito. Uno è Silver Surfer del quale non so se siano mai state fatte trasposizioni per il cinema (non 'i risulta) e l'altro è -appunto- il Dr. Strange. E alloira diciamo che ho voluto "osare." E devo riconoscere la bontà della mia scelta. Il film è sbalorditivo nelle sue incredibili possibilità cromatiche, ridondanti di colori e di effetti speciali straordinari. Che accompagnano lo spettatore stupefatto in un viaggio palpitante attreversando una galassia della Fantasia piu' sfrenata da cui su resta spesso abbacinati. Tanto che piu' d'uno ha evocato richiami alla sragione della controcultura psichedelica degli anni 60. Una scelta di campo da parte del regista Scott Derricksdon assolutamente centrata ed efficace (da segnalare che detto regista -per inciso qui anche co- sceneggiatore- è reduce da un paio di horror a basso budget, e dunque il suo debutto col blockbuster è doppiamente apprezzabile). Il racconto è tutto sommaio prevedibile ma arricchito da un retrogusto mistico-orientale che funziona, supportato peraltro da ottimi attori dei quali parlerò tra poco. Da segnalare dei diologhi che per essere un Marvel Movie sono piu' brillanti della media e si affiancano spesso a brillanti duetti. Sì, c'è qualche sprazzo di ironia ma non quella (vivaddio) di un Robert Downey che esibisce sboronaggine e figàggine cheap, no, qui l'ironia è trattenuta e dignitosa. E così ha da essere se si vuol far "pesare" il percorso mistico del protagonista, che a me ha tanto ricordato una pietra miliare della mia giovinezza: il leggendario "Kung Fu" di David Carradine, un autentico super cult). Le scene d'azionre sono coreografate assai bene. il clima orientale che permea il tutto è credibile. Il cammino spirituale del protagonista è narrato secondo criteri accettabili e senza troppa retorica e la sua vicenda umana-senrimentale funziona, come d'altronde quasi tutto in questo film. La sola nota leggermnete stonata (ma appena appena) è la convenzionalità del personaggio del cattivo, piuttosto schematico e ordinario. Anche le musiche funzionano egregiamente (a prposito di musica, nelle sequenze iniziali assistiamo ad un breve dialogo che mi ha fatto godere, in cui dei chirurghi, mentre hanno un paziente sotto i ferri, si dilettano a discutere di (!) Chiuck Mangione (un jazzista che spopolò negli anni 70). il cast è validissimo. A partire da un gigante come Benedict Cumberbatch, attore di razza (uno che passa dai filmoni da Oscar ai blockbuster come questo senza dimenticare di essre anche un grande interprete shaekspiriano). Poi figurano anche Chiwetel Ejiofor (c.he spunta sempre in ogni film), poi una Tilda Swinton quasi irriconoscibile. Come cattivone un classicissimo villain come Mads Mikkelsen. E per ultima la ciliegina sulla torta: la mia amatissima Rachel Mc Adams (sempre più brava e sempre più carina). Purtroppo non tutti i film targati Marvel sono così belli. E d'altra parte Dr Strange e Silver Surfer sono forse i due soli "eroi" dignitosi in mezzo a tanto ciarpame pop ad uso e consumo dei soliti nerd.