Regia di Scott Derrickson vedi scheda film
Non sfiora mai il ridicolo involontario e, per essere un film della Marvel, questo è già tanto.
Neurochirurgo bravissimo, ricchissimo ed ambiziosissimo non può più operare dopo un incidente. Se ne va quindi in un monastero nepalese dove degli strani monaci gli insegnano ad aprire la mente, a fare incantesimi ed a combattere un cattivone che vuole prendersi il nostro mondo con l’aiuto di altri monaci malvagi.
A differenza degli altri film della Marvel, questo può contare su un personaggio principale credibile ed abbastanza ben costruito, su un taglio ironico che alleggerisce la vicenda e su qualche sequenza d’azione azzeccata. Ciò non vuol dire però che sia passabile: lo schema della trama è di una banalità sconcertante (come tutti i film della Marvel), gli effetti visivi abbondano fino a sfiorare il mero autocompiacimento, gli interessanti temi di fondo (la filosofia sull’esistenza, sull’apertura della mente, i corpi astrali, i viaggi nel tempo ecc.) sono appena abbozzati e spesso liquidati con qualche frase da biscotto della fortuna ed il combattimento finale tra il protagonista ed il malvagio Dormammu è tremendamente banale, in particolare la creazione di quest’ultimo (che vive oltre il tempo ed oltre lo spazio) è uguale, identica, spiccicata agli altri cattivi dei film dello stesso genere (occhi gialli perfidi, voce profondissima, dimensioni immani e frasi banali sparate a raffica che sono più micidiali delle armi che usa). Tuttavia non sfiora mai il ridicolo involontario e, per essere un film della Marvel, questo è già tanto.
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