Regia di Fenton Bailey, Randy Barbato vedi scheda film
Il documentario di Fenton Bailey e Randy Barbato ha preso le mosse dal lavoro svolto all'unisono da due grandi musei, il Los Angeles County Museum of Art ed il J. Paul Getty Museum, che hanno, di recente, collaborato alla realizzazione di due grandi mostre su Robert Mapplethorpe. Il film è una vivace riflessione sulla vita e sull'arte del fotografo nato nel 1946 a New York e morto per le complicanze causate dall'Aids nel 1989 all'età di 42 anni. Mapplethorpe rivive attraverso i volti e le voci di quanti lo conobbero: artisti, amanti, giornalisti, famigliari e vicini di casa. Alle testimonianze dirette sono state affiancate preziose registrazioni d'epoca dello stesso Mapplethorpe ma sono soprattutto le sue fotografie a descriverne carattere e inclinazioni. Diventò fotografo per caso quando realizzò che non poteva più utilizzare immagini ritagliate dalle riviste per comporre le proprie opere figurative. Dalle prime polaroid con cui fotografò Patti Smith nell'appartamento del Chelsea Hotel alle successive realizzate con le più sofisticate apparecchiature acquistate grazie ai soldi del suo ricco amante Sam Wagstaff, Mapplethorpe si trasformò in breve tempo da generico artista a fotografo. Se Patti Smith fu personaggio chiave nella vita di Mapplethorpe, negli anni delle prime esplorazioni artistiche, Wagstaff, che gli rimase legato dal 1972 fino al 1987 (morì due anni prima di lui, sempre di Aids) fu fondamentale nell'evoluzione artistica di Mapplethorpe poiché lo introdusse nel bel mondo newyorkese e gli diede le sostanze per dedicarsi, "anima e corpo", al proprio lavoro. Non ho usato a caso quest'ultimo modo di dire. Mapplethorpe soleva fotografare i propri amanti e molta della sua celebrità era dovuta ai componimenti marcatamente hardcore della propria fotografia che ritraeva i propri "amori" senza veli e in atteggiamenti inequivocabili.
Mapplethorpe fu grande perché in un sol colpo seppe frantumare i confini tra arte e pornografia, cosa già di per sé complicata nell'ambito di una sessualità canonica, figuriamoci in un contesto fortemente ostracizzato come quello omosessuale. Se, tuttavia, decidessimo di non soffermarci sul contenuto hard (aspetto per altro fondamentale) del suo lavoro potremmo comunque notare la bellezza straordinaria della composizione fotografia, l'estrema pulizia formale, la nitidezza delle luci che Mapplethorpe giustamente considerava a guisa del colore per il pittore. La perfezione e l'esasperazione nella ricerca di perfezione, anche nel fisico scultoreo dei propri modelli, rimangono, tuttora, marchio indelebile di una carriera che lo vide cimentarsi anche con il ritratto e le nature morte. Il documentario mette in luce anche le ombre del suo essere estremamente competitivo e ambizioso. Non aveva scrupoli nel manipolare relazioni e persone al fine di ottenere il successo che tanto desiderava e che arrivò, beffardamente, negli ultimi anni di vita quando il suo lavoro crebbe di valore, a dismisura, avendo subodorato galleristi e collezionisti, l'odore della morte che lo stava consumando velocemente. Una morte cinica e beffarda che si mostra, ancora oggi, nella sua forma più suggestiva nel bellissimo e famoso autoritratto con bastone, realizzato poco prima della morte.
Al di là dello stile di vita dissoluto, tra relazioni fedifraghe e assidue frequentazione in club sadomaso, di lui rimarranno le stupende e controverse foto, che ebbi modo di vedere nella mostra curata a Milano nel 2012 da Fondazione Forma, e tanto vituperate dall'establishment politico durante le sessioni del Congresso americano quando solerti senatori arringavano i presenti agitando le foto e gridando "Look at the pictures!!". L'arte è superiore alla politica. Quelle foto, trent'anni dopo sono diventate patrimonio culturale del mondo intero e a guardarle sono milioni di persone. A ricordare Mapplethorpe e il suo ardore giovanile ci ha pensato, invece, la buona amica Patti Smith che in questo documento ha scelto di ricordare il fotografo con la sua sola voce. Forse l'omaggio più sincero e dolente.
Chili Tv
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