Regia di Werner Herzog vedi scheda film
Appassionante resoconto sul fenomeno dell’informatica applicata, dalle origini fino ai giorni nostri. La voce del regista accompagna lo spettatore alla scoperta di questo mondo con un misto di entusiasmo e preoccupazione: se infatti non possiamo che rimanere meravigliati dai primi passi compiuti verso il futuro della rete – tra i pionieri si riconosce Ted Nelson, fondamentale figura di questo settore – man mano che si procede ci accorgiamo che aumentano anche i problemi relativi all’alienante utilizzo della materia informatica.
Strutturato in capitoli come un romanzo della serie Urania (nota collana di fantascienza edita in Italia), il documentario offre un compendio esaustivo su tutto ciò che concerne l’affascinante e al contempo minaccioso mondo informatico, occupandosi anche del suo inquietante lato oscuro: gli indubbi vantaggi derivanti dall’applicazione delle conoscenze informatiche nella vita quotidiana, pubblica e privata, vengono infatti trattati assieme agli altrettanti diffusi pericoli della rete.
In un’epoca in cui l’interconnessione continua sembra essere diventata quasi un obbligo sociale, i rischi in termine di salute e sicurezza, personale e mondiale, crescono esponenzialmente (1984 di Orwell sembra sempre più vicino): ecco quindi spiegata l’esistenza di centri di recupero per la disintossicazione dall’abuso della rete, dove di fatto vi è una totale assenza di segnale e quindi di qualsiasi dispositivo tecnologico (quasi come in una comunità Amish).
A fronte inoltre dell’incredibile accessibilità a un’impressionante mole di dati pressoché infinita, si deve tenere conto anche dell’estrema facilità con cui sia possibile impadronirsi di informazioni riservate: codici, numeri di conti correnti o carte di credito, o anche semplici foto o video personali “compromettenti” (viene evocato il totem Facebook), da usare a fini di lucro o ricatto, rovinando così l’equilibrio emotivo dell’utente derubato o mettendo addirittura a repentaglio la sicurezza mondiale. La figura dell’hacker viene analizzata in tutte le sue sfaccettature, sia meramente ludiche che criminali (vengono prospettati anche eventuali scenari complottisti degni di Adam Kadmon).
Dei dieci capitoli, i più interessanti sono senz’altro quelli dedicati a una futura maggiore interazione uomo-macchina: sembra quasi che le Tre leggi della robotica di Asimov e le numerose ipotesi narrative di Philip K. Dick, benché formulate come strumento letterario, potranno prima o poi trovare un’applicazione concreta nell’intelligenza artificiale.
Anche la conquista galattica del pianeta rosso, da colonizzare come nuova terra promessa (Cronache Marziane di Ray Bradbury), sarebbe ormai solo questione di tempi relativamente brevi: Life on Mars?
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