Regia di François Ozon vedi scheda film
François Ozon dirige con mestiere un melodramma che, partendo dall'Europa divisa e profondamente ferita del post Prima guerra mondiale, parla dell'impossibilità della comunicazione e del peso tragico della verità, che può essere deviato o ignorato, ma non estinto.
Un film in cui i colori della vita sono fuggenti attimi di spensieratezza in campagna, in composizioni che ricordano gli espressionisti nordici, o brevi concerti privati: la musica è l'arte per eccellenza, in quanto non materica e non riproduce, ma è vita essa stessa. Frantz rimane impresso per la sensibilità con la quale Ozon scava oltre il soldato e la donna in attesa, raccontando di una generazione oppressa dai propri padri, maudit come Verlaine. Così, in un panorama bianco e nero in cui ognuno deve prima di tutto salvare se stesso, il peso delle colpe deve comunque ricadere su qualcuno.
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