Regia di Costa-Gavras vedi scheda film
Il cinema impegnato di Costa-Gavras questa volta si concentra sul tema del razzismo e sull'odio ossessivo, maniacale e malato, radicato nel profondo dell'anima di molta della gente comune che vive nelle comunità agricole degli Stati Uniti, dove esistono ancora componenti piuttosto accese e violente del Ku Klux Klan. L'omicidio di un dj ebreo e antirazzista spinge l'Fbi a mandare in incognito in una di queste comunità rurali un proprio agente, Cathy Weawer. I sospetti si concentrano ben presto su Gary Simmons, agricoltore, reduce dal Vietnam, vedovo e padre di due bambini: uomo all'apparenza dolce, sensibile, paterno, piuttosto affascinante. Logico che Cathy si innamori di lui, dimenticandosi ben presto del suo ruolo e dei reali motivi per cui si trova lì. Purtroppo però l'apparenza inganna e ben presto Cathy dovrà ricredersi: Gary è un razzista spietato e disgustoso ("Non sono persone, sono bestie nere"), che educa i figli fin da piccoli all'odio e al disprezzo per il diverso, e che organizza abitualmente con il suo gruppo di amici una caccia al nero per un semplice ed inutile desiderio di vigliacca e presuntuosa affermazione della propria superiorità, forza, e diversità: "Se noi non combattiamo ce lo vedremo portare via tutto il nostro paese". E la sequenza della caccia al povero uomo di colore che corre disperato per i boschi, nella notte, nella vana speranza di una via di salvezza, ucciso poi brutalmente senza nessuna pietà e senza il minimo rispetto per l'altro, sotto gli occhi increduli e sbalorditi di Cathy ("Era solo un negro, non te la prendere più di tanto"), è di una crudeltà inaudita e di una violenza quasi insostenibile, proprio perché tremendamente realistica e vera: in assoluto il momento più forte ed autentico del film, dove la rabbia e l'indignazione del regista trovano una giusta e convincente espressione, comunicando allo spettatore sdegno e sconcerto. Peccato però che, causa una sceneggiatura zeppa di luoghi comuni piuttosto abusati sul tema, confusa, pasticciata e dispersiva, firmata da Joe Eszterhas (che con i copioni di Basic Instinct e di Sliver sembrava dovesse diventare uno degli sceneggiatori di punta di Hollywood, poi per fortuna, dopo il fiasco di Showgirls", se se sono perse irrimediabilmente e definitivamente le tracce) il film resti solo sulla carta un accorato atto di denuncia, un appassionante pamphlet etico e civile, un necessario e doloroso ritratto di una realtà cupa, dura, molto più tragica e disperata di quanto si possa immaginare, il resoconto sofferto e amarissimo di un assurdo ed ingiustificato sottobosco di intrighi, inganni, doppi giochi, attentati preparati con precisione e attenzione ai minimi dettagli, menzogne, violenze, abusi e falsità che aggiungono violenza alla violenza, morti ad altri morti, senza che si possa porre fine ad una scia di sangue che trascina con sé di continuo vittime innocenti. Il versante thriller poi è decisamente debole e fiacco con alcune ingenuità di sceneggiatura che lasciano piuttosto perplessi come la facilità con cui Gary coinvolge Katie nelle sue missioni, svelandole con una superficialità quasi infantile e grossolana segreti altrimenti inconfessabili sulla sua organizzazione e sui suoi progetti criminosi (inconcepibile per un criminale che sembra tutt'altro che sprovveduto ed ingenuo). La parentesi sentimentale è gratuita e del tutto superflua: serve solo per smorzare e diluire la tensione con dialoghi banali e fasulli, ininfluenti rispetto alla funzionalità della vicenda. Tom Berenger eccede in un'interpretazione poco equilibrata e misurata facendo in modo che il suo personaggio risulti poco credibile, a volte ai limiti della macchietta, mentre spicca la prova convincente e preziosa di una Debra Winger intensa, determinata ma fragile, dubbiosa ed impaurita, sconvolta ma decisa, materna e dolce, delusa e tradita/betrayed dall'Fbi, per lei la sola famiglia, tanto più che il suo capo è anche il suo ex compagno, pronto però solo a sfruttarla pur di raggiungere il suo obiettivo e catturare il maggior numero possibile di esponenti di quel movimento fascista e violento che mina dalle fondamenta l'America ed i suoi valori ed ideali democratici ed è ramificato nella società in maniera impressionante. E interessante è la descrizione di un FBI che usa gli stessi metodi di chi cerca di arrestare per raggiungere il proprio scopo, uccidendo, se necessario, senza scrupoli morali come se fosse normale routine: "Uccidere è come togliersi la merda dalle scarpe". Strepitosa infine la battuta che pronuncia il dj nello scatenato incipit del film, nello stile di "Talk Radio" di Stone, di cui "Betrayed" potrebbe essere un ideale seguito (in fondo comincia là dove il film di Stone finisce): "Siamo in America: abbiamo sempre bisogno di un nemico per costruire altre armi". Ancora oggi verità sacrosanta ed indiscutibile!!!
Voto: 6
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