Regia di Costa-Gavras vedi scheda film
Costa-Gavras è un ottimo regista, e sempre attento ai temi scottanti della politica e della società contemporanea. Anche questo film, da questo punto di vista, si conferma nella linea di un apprezzabile impegno politicamente più che corretto, con la poliziotta che simboleggia la società americana, attratta molto più dal bellone razzista, con la semplicità delle sue rozze argomentazioni, la sua vita sana in campagna con due figli che paiono appena sfornati dal mulino bianco, che non dalla faccia noiosa (e anche un po' negra) della giustizia, con quel poliziotto biondo e slavato che le sbava addosso. Questo è Joe Eszterhas, questa è Hollywood, caro Costantino. L'abuso di stereotipi legati al genere, così come di snodi drammatici discutibili (il razzistello porta la bella fidanzata alla "caccia al negro" un po' troppo presto, no?), non giovano alla riuscita globale e all'efficacia del messaggio, che pure ci compare davanti sufficientemente chiaro e nitido.
Un'agente federale viene mandata in una comunità del Colorado per indagare sull'esistenza di un'asscoiazione a delinquere di stampo razzista, resasi responsabile dell'omicidio di uno speaker radiofonico. La brava poliziota s'innamore, per l'appunto, del capo dell'organizzazione.
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