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Paris 05:59

Regia di Olivier Ducastel vedi scheda film

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La recensione su Paris 05:59

di alan smithee
7 stelle

Sono giovani e belli, e si incontrano in un sex club parigino, ove capiscono che non c'è spazio per altri intrusi fuori di loro.Poi il dubbio atroce attanaglia il ragazzo sieropositivo,dopo un incauto atteggiamento da parte dell'altro più ingenuo. Una notte per capire, poche drammatiche ore per costruire una storia vera.

locandina

Paris 05:59 (2016): locandina

8° IN & OUT FILM FESTIVAL - NICE - CONCORSO

"Théo & Hugo nella stessa barca", potremmo tradurre, letteralmente, ma con significato compiuto pure da noi, inteso come "coivolti in uno stesso problema", il nuovo lungometraggio della coppia di registi Ducastel e Martineau, noti pure da noi per "Questa casa non è un albergo" e di "La strada di Felix".

Il banale titolo di rimpiazzo, a fruizione internazionale, fa riferimento all'ultimo minuto del primo giorno che segna l'incontro, in un sex club gay, di due ragazzi, ritrovatisi magneticamente attratti durante una serata "naked" dedicata al sesso sfrenato, scandita con una certa coerenza da una musica forsennata che batte un ritmo incessante, che segna e cadenza un percorso fatto di contatti ed intrecci quasi inestricabili, di carnalità esibite tra luci fluorescenti e impeti irrefrenabili.

La Parigi notturna e delle prime luci dell'alba del nuovo giorno è invece lo sfondo perenne, ma discreto, fatto di stradine deserte e viali stradali percorsi dalle ultime auto che ancora si attardano per strada: una mappa percorsa a piedi o in bicicletta, che disegna e costruisce il percorso, tra il romantico e il drammatico, che caratterizza alcune ore che precedono il giorno di questi due ragazzi, Theo e Hugo.

Dopo lo svago dentro il locale, i due ragazzi, scoprendosi attratti oltre il semplice ed effimero sfogo fisico, si danno appuntamento fuori per strada. Il dialogo gioviale che li caratterizza lascia improvvisamente il posto al dramma e alla ricerca concitata di un pronto soccorso, non appena uno dei due viene a conoscenza che l'altro partner non ha usato precauzioni nel fare sesso con lui: essendo il primo sieropositivo, ma dando per scontato che in un locale del genere tutti, compreso l'ingenuo amico, si cautelassero utilizzando precauzioni, al giovane viene l'ansia ed un attanagliante senso di colpa per il dubbio di aver contagiato il nuovo amico. 

Costui invece, sulle prime appare quasi incredulo, poco allarmato; poi poco per volta  pure lui comprende che conviene farsi visitare ed accetta di farsi portare in un centro prelievi aperto anche di notte, per sottoporsi ad una visita.

L'occasione, drammatica, ma anche propedeutica alla costruzione di un rapporto che incementa sincerità e favorisce apertura totale l'uno verso l'altro, sarà il presupposto per tracciare le linee guida di una nuova coppia, disposta a vivere già dalle sue prime ore di vita, una passione che pare andare oltre ogni dilemma ed ogni paura.

François Nambot, Geoffrey Couet

Paris 05:59 (2016): François Nambot, Geoffrey Couet

François Nambot, Geoffrey Couet

Paris 05:59 (2016): François Nambot, Geoffrey Couet

Ducastel (presente in sala prima e dopo la proiezione assieme ad uno dei due giovani validi e naturali protagonisti, Geoffrey Couet, il ragazzo timido ed ingenuo) e il collega Martineau, ci catapultano con violenza in una lunga, interminabile e deliberatamente assordante scena di sesso nel sex club, tra le viscere (e la carne, pulsante e fremente, esibita in abbondanza senza inutili pudori, ma anzi senza lasciare nulla, ma proprio nulla, ad intendere o sottintendere) di quello che pare un luogo di perdizione e di vizio, e che invece si rivela incredibilmente l'epicentro che ha il merito di far nascere una storia d'amore tenera e quasi romantica che rifugge la codardia e si apre alla sincerità di un rapporto di coppia che nasce puro e genuino grazie alla drammaticità del dettaglio di fondo.

Geoffrey Couet, François Nambot

Paris 05:59 (2016): Geoffrey Couet, François Nambot

scena

Paris 05:59 (2016): scena

La regia segue e quasi incalza i protagonisti, fissa i loro volti che appaiono puri e quasi iconici nel momento in cui la passione sfrenata della libidine lascia il posto al sentimento e al raziocinio, quando ormai i corpi aggrovigliati dal piacere, qui resi come spiriti satanici dalle luci rosse soffuse del locale che ne scavano i connotati conferendo ad ogni individuo un aspetto sinistro ma anche scultoreo, sono ormai un ricordo lontano ed impreciso, incompleto, solo un piccolo particolare di un'intesa che si rivela ben più complessa e stimolante. mentre la musica forsennata batte un ritmo incessante che segna e cadenza un percorso fatto di contatti ed intrecci quasi inestricabili.

Pur con i divieti ai minori inevitabili del caso, il film, che nel suo scorrere quasi in tempo reale dei minuti che riescono a condividere i due protagonisti, ricorda lo stile realistico, scientemente verboso e sottilmente appassionante del Linklater di Prima dell'alba (e/o del tramonto) risulta di imminente uscita nelle sale francesi, e potrebbe rivelarsi "un irresistibile scandaloso caso" come lo fu quel controverso ed appassionante "Lo sconosciuto del lago", solo pochi anni orsono. 

Successo ed applausi da parte di una sala quasi al completo presso il suggestivo Téatre Francis Gag del vecchio e caratteristico centro nizzardo fatto di strade e viuzze intricate e contorte, accompagnano i titoli che ci congedano dalla pellicola, lasciandoci deliberatamente tutti i dubbi del caso sugli interrogativi che hanno animato e dilaniato le prime ore mattutine dei due protagonisti, ma non lasciandoci alcuna incertezza sulla eventualità che due anime perfettamente compatibili possano essere riuscite a siggellare un incontro destinato a durare. 

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