Regia di Zrinko Ogresta vedi scheda film
Mi ci voleva questo film per risvegliare la voglia di scrivere un commento. Non che la mia latitanza degli ultimi mesi sia dovuta all’assenza di visioni. Forse la frequenza è diminuita, ma la qualità di ciò che ho visto non mi ha quasi mai appagato e quindi la voglia di trasmettervi il mio entusiasmo è venuta meno. Questo invece è, a mio parere, un gran bel film. Perdono, elaborazione del passato, vendetta. E un finale spiazzante, ma di altissimo contenuto. Due dolori laceranti conseguenti al solito e ricorrente scenario: la guerra. Atrocità, inconfessabili bestialità degli umani, la solitudine inconsolabile che accompagna i sopravissuti, le colpe dei padri che ricadono sui figli. Una donna (interpretata magistralmente) che sopporta con grande dignità il peso di un passato incancellabile, l’elaborazione di un perdono. Eravamo in sei in sala. Un vero peccato perché i motivi di riflessione che offre questa pellicola sono tanti, esposti con lentezza, ma con rigorosa e inappuntabile tecnica cinematografica. Un colloquio telefonico nella parte finale che, da solo, vale per intensità l’intera pellicola. Ancora una volta un cinema per molti, ma non per tutti. Non sarà facile “scovarlo”, rigorosamente sottotitolato, ma se vi capita di rintracciarlo in qualche rassegna cinematografica non perdetelo. Una pagina di grande cinema su una guerra intestina di cui forse sappiamo troppo poco.
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