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I, Olga Hepnarová

Regia di Petr Kazda, Tomás Weinreb vedi scheda film

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La recensione su I, Olga Hepnarová

di alan smithee
7 stelle

Girato in un elegante bianco e nero che aiuta a rendere perfette le atmosfere, la moda, le tendenze dell’epoca ormai remota nei decenni, "I, Olga Hepnarovà" è un film duro, spietato, implacabile, che brucia e lascia interdetti come uno schiaffo ricevuto a bruciapelo.

Nella Cecoslovacchia dei primi anni ’70, seguiamo il malessere crescente che nasce, cresce e trova nutrimento nell’animo controverso e rabbuiato della bella Olga del titolo, giovane poco più che adolescente figlia di una donna medico e di padre ignoto: la famiglia borghese ma fredda ed intransigente, con la sorella fidanzata e sempre portata in alto come un dono, ed i nonni per nulla aperti a coprirla e rassicurarla, spingono la ragazza ad abbandonare la casa, a trovarsi un lavoro manuale pesante presso un meccanico, a vivere in solitudine presso una casa di campagna di famiglia un po’ derelitta.

Arrivando da sola a prendere coscienza che la sua intransigenza ed incapacità di uniformarsi ai dettami di una società che le sembra aliena ed alienante, derivano solo ed unicamente dal suo essere lesbica: e dunque aliena ad una società impreparata, intollerante, che la relega al di fuori come un caso clinico disperato ed irrecuperabile.

A volte è la società, con la sua intransigenza, la sua inerte spietatezza, a creare i mostri, e le stragi che li rendono tristemente e drammaticamente celebri.

E Olga diventa una giustiziera assetata di vendetta, irosa e disperata a cui sarebbe semplicemente bastato un po’ di affetto e comprensione, per sviarne il tragico e inesorabile destino.

La stessa freddezza che viene ribadita in modo esemplare nel finale splendido e devastante, in cui la famiglia che rimane dopo che Olga viene giustiziata, prosegue a cenare con la compassata abituale freddezza, quella stessa che ha reso la donna una assassina vendicatrice, folle di una pazzia di cui tutti attorno a lei sono i veri, unici colpevoli.

Girato in un elegante bianco e nero che aiuta a rendere perfette le atmosfere, la moda, le tendenze dell’epoca ormai remota nei decenni, I, Olga Hepnarovà è un film duro, spietato, implacabile che brucia e lascia interdetti come uno schiaffo ricevuto a bruciapelo.

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