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L'ultimo boyscout. Missione: sopravvivere

Regia di Tony Scott vedi scheda film

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La recensione su L'ultimo boyscout. Missione: sopravvivere

di Lord Holy
8 stelle

Forse poco noto ai più e in generale sottovalutato, secondo il mio modesto parere merita di essere riconsiderato, perché rappresenta una solida e divertente variante all'interno del genere buddy, pur nell'assoluto rispetto dei canoni classici. Il suo più valente punto di forza è senza dubbio nella magnetica presenza di un Bruce Willis (Joe Cornelius Hallenbeck) in forma smagliante, ormai già consolidato a ragione nei film d'azione nel ruolo del letale (super)eroe dalla corazza d'acciaio celante un cuore d'oro. Inverosimile? Sì. Però mai come in occasioni simili si è lieti di applicare la totale sospensione dell'incredulità (suspension of disbelief). Il suo indiscutibile carisma e la sua predisposizione per il personaggio, infatti, lo rendono capace di una spontaneità e di una naturalezza di sicuro valore. Impossibile resistergli. L'empatia è garantita.

Dignitosi gli altri interpreti. In particolare il comprimario Damon Wayans (James "Jimmy" Alexander Dix) si rivela una spalla convincente, contribuendo alla simpatia della coppia bianco-nero nel suo complesso. In questo ricorda molte celebri opere, a voler essere sinceri, a partire da quella famosa e brillante serie di Arma Letale, che peraltro vede in sala di scrittura lo stesso Shane Black, il quale è pure qui autore della sceneggiatura. La sua mano è ben riconoscibile nella spassosa efficacia delle taglienti battute, nella spumeggiante caratterizzazione dei personaggi, nella costante autoironia (ad esempio nel frequente stereotipo buoni vs cattivi), nel non scontato eppure non stonato né velato tono serio o drammatico di certi frangenti (si pensi alla sotto trama familiare, nel rapporto con moglie e figlia). Una formula che si conferma ancora una volta vincente, rinnovata come è sotto una luce sempre inedita.

In sostanza, dunque, mi sento di consigliarlo. Non è un capolavoro, non si tratta di cinema d'autore, ma bisogna ammettere che manco eran queste le pretese. Visto per quello che è, ossia un avvincente spettacolo d'evasione, il lavoro mi pare onesto, meno banale e più intelligente del previsto, di buona fattura e spessore. Si apprezza, è superiore alla media e vanta un gusto (oggi nostalgico) per l'atmosfera di quegli anni che rende il tutto "speciale".

Sulla trama

Joe Hallenbeck vive a Los Angeles come detective privato, mentre un tempo era uno dei più stimati agenti segreti (in un attentato salvò persino il Presidente americano). Fallito l'incarico di proteggere la spogliarellista Cory, Joe incontra il di lei fidanzato, Jimmy Dix, ex terzino della squadra degli Stallion, alla deriva perché accusato di scommesse e uso di droga. Joe e Jimmy scopriranno che dietro il misterioso assassinio della bella Cory opera una losca banda.

Cosa cambierei

Si può sorvolare sui difetti.

Su Tony Scott

Vivace, dinamica e adrenalinica. Non ho visto molti suoi film, ma questo mi è piaciuto.

Su Bruce Willis

Si consacra a interprete d'eccezione per i film d'azione, nei panni del duro e puro Joe Cornelius Hallenbeck.

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