Regia di Carlo Lizzani vedi scheda film
Un buon film, ma non lo reputo un capolavoro al cento per cento. Si perde in alcune sequenze.
Banditi a Milano è un classico del cinema italiano, ma purtroppo presenta molti errori. Il documentario iniziale che spiega la malavita nel milanese è davvero ben fatto ed è una delle cose che più è riuscita nel film. Ottima è anche la recitazione degli attori principali; Gian Maria Volontè è straordinario, ma lo sono altrettanto Thomas Milian, Don Backy e Ray Lovellock. Ciò che non funziona è il rappresentare la realtà dei fatti. Partiamo con le rapine agli istituti di credito. Nel film i banditi entrano tutti armati dentro l'istituto. E' cosa falsa. In una vera rapina c'è sempre un complice che aspetta in auto fuori dalla banca col motore acceso. Nella stessa banda Cavallero, l'autista (Adriano Rovoletto) aspettava in macchina pronto a partire. E questo è il primo errore. Gli altri errori riguardano la famosa scena dell'inseguimento. Durante tale scena accadono fatti inspiegabili. Le alfa romeo della polizia che inseguono l'auto dei banditi, passano da una a due e viceversa in molti cambi di inquadratura. La prima pattuglia a intercettare la 1100 con a bordo i banditi è la volante Genova che però misteriosamente sul lungo cavalcavia scompare e appare al suo posto la pantera con a bordo Thomas Milian. C'è poi la scena in cui Gian Maria Volontè si sporge dal finestrino e spara, urlando, sulla gente. La pistola a tamburo che ha in mano è di un calibro che può contenere al massimo sei colpi. Ma se ascoltate bene, di detonazioni se ne sentono più di sei, dovrebbero essere dieci. Gian Maria Volontè a volte passa anche da un'inquadratura in cui ha in mano una pistola a un'altra, subito dopo, in cui ha in mano il mitra. Ok che era il 1968, però se Carlo Lizzani fosse stato un pò più attento, avrebbe potuto evitarli questi errori. Resta comunque un grandissimo regista e il film almeno una volta è da vedere.
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