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Banditi a Milano

Regia di Carlo Lizzani vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su Banditi a Milano

di Paul Hackett
8 stelle

Splendido instant-movie sulle gesta criminali della cosiddetta Banda Cavallero, un gruppo di anarchici che terrorizzò Milano verso la metà degli anni '60 con una serie di clamorose rapine in banca che costarono la vita a diversi innocenti. Partendo da fatti reali di cronaca, Carlo Lizzani realizzò un notevole "film di malavita", con una prima parte (davvero molto bella) di tipo documentaristico (che oggi ci restituisce un interessantissimo reportage "in diretta" dagli anni '60) e una seconda parte nelle forme ben più tradizionali delle pellicole d'azione (costituendo in tal senso una sorta di anticipazione del genere poliziottesco che sarebbe esploso di lì a poco). Quanto sia attendibile la ricostruzione delle imprese criminali della Banda Cavallero è difficile dirlo (Sante Notarnicola e Adriano Rovoletto, i due fedeli compagni dell'ormai scomparso Pietro Cavallero, anche in tempi recenti hanno criticato duramente la pellicola mentre Lizzani, da parte sua, ha sempre rivendicato al suo film una totale adesione alla realtà) ma, tutto sommato, la cosa ha relativamente scarsa importanza: "Banditi a Milano" è un film bello e importante, un appassionante (e poco conosciuto) spaccato della nostra storia (un attimo prima che l'ottimismo del boom economico degli anni '60 si trasformasse nel piombo del decennio successivo), interpretato in maniera sontuosa da un magnetico e luciferino GianMaria Volonté, ben coadiuvato da ottimi comprimari (tra i quali un giovane e carismatico Tomas Milian) e girato da Lizzani in uno stile moderno e dinamico che ha retto benissimo alla prova del tempo (forse complice la fascinazione per il cosiddetto "vintage" che negli ultimi anni ha preso decisamente piede). Un capolavoro? Forse no... ma ci siamo davvero vicini.

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