Regia di Carlo Lizzani vedi scheda film
Su uno spunto preso da una realtà appena recente, instant-movie tra i primi ad essere concepiti e realizzati in Italia, "Banditi a Milano" è la versione "seria" di tanto cinema d'azione all'italiana a venire: diretto da un autore stimato e capace come Carlo Lizzani, il film è girato nella primissima parte come fosse un reportage giornalistico, per poi ricostruire in flashback le imprese sempre più violente di Gian Maria Volontè e la sua banda fino alla sanguinosa sparatoria nelle strade di Milano. Lizzani inquadra ciò che la violenza porta a mutare nella società, innocenti che vanno al lavoro e non tornano a casa perchè trucidati dalla scelleratezza di chi ha scelto la delinquenza come via facile a soldi e agio, ma non per questo giustifica il ricorso al linciaggio e alla giustizia privata, identificando il proprio punto di vista in quello del commissario Tomas Milian: se Volontè tende ad istrioneggiare ( ma è bravissimo nel tratteggiare la progressiva megalomania del suo personaggio) il futuro Nico Giraldi alias "Monnezza" gioca di mezzi toni, e il film è modernissimo ancora quarant'anni dopo la sua uscita. Non è da meno dei classici americani d'azione la lunga scena di inseguimento in auto che precede il finale, e anzi, se la gioca col contemporaneo "Bullitt" per lievitare della tensione e abilità di montaggio.
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