Regia di Carlo Lizzani vedi scheda film
Aggredendo la cronaca, Lizzani descrive nel prologo, valendosi della consulenza di un vero ex malvivente, Gino lo Zoppo, l'evolversi della malavita milanese, a suo (di Gino) dire deterioratasi dopo l'arrivo dei Marsigliesi. Dopo di che si comincia a parlare della banda messa su da Cavallero: lui, colto ex militante del PCI torinese, il suo amico Sandro (nome fittizio per il vero Sante Notarnicola), l'autista Bartolini (Rovoletto, nella realtà) e il giovanissimo Tuccio (Duccio) Lopez, già apprendista nella falegnameria del padre di Cavallero. Questi mette su un ufficio a Milano, come copertura delle rapine, effettuate, astutamente, con la tecnica della tripletta: facendo scattare l'allarme della prima banca rapinata e correndo immediatamente a rapinarne un'altra. Lizzani organizza poi uno dei primi (e forse migliori) inseguimenti automobilistici del cinema italiano, tante volte poi ripreso dai poliziotteschi degli anni Settanta. Ma il film vive anche, se non soprattutto, grazie all'interpretazione istrionica di un Volonté che può tornare al suo originario accento torinese: il suo bandito sprezzante, arrogante, intelligente e colto è una delle migliori creazioni, a livello di personaggi, del cinema di Lizzani. Apprezzzbili anche le interpretazioni di Tomas Milian, Don Backy e di un giovanissimo Ray Lovelock, nonché del robusto caratterista Ezio Sancrotti. Da ricordare anche i camei di Carla Gravina (la signora un po' ninfomane che telefona da Lugano) e di Margaret Lee, nel ruolo di una giovane prostituta bruciata viva.
Le imprese della Banda Cavallero, organizzatissima batteria criminale dedita alle rapine in banca nella Milano degli anni Sessanta. Dopo un colpo all'agenzia di Largo Zandonai a Milano, inseguiti dalla polizia, i banditi aprono il fuoco sulla folla. I quattro saranno arrestati uno ad uno e rischieranno il linciaggio da parte della folla.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta