Regia di Renaud Fely, Arnaud Louvet vedi scheda film
Agli inizi del Milleduecento Francesco d'Assisi raduna attorno a sè un gruppo di giovani, fra cui Elia da Cortona, disposti a rinunciare agli agi della vita quotidiana per offrire preghiere e opere di carità. Proprio grazie a Elia, Francesco riesce a convincere papa Innocenzo III ad accettare la costituzione dell'ordine francescano.
Di film su San Francesco d'Assisi se ne sono visti parecchi e, senza ombra di dubbio, questo non è nè il peggiore, nè quello realizzato in maniera più approssimativa o priva di idee. Ma a essere sinceri il fulcro della sceneggiatura firmata dai due registi insieme a Julie Peyr e con la collaborazione di Elizabeth Dablemont pare davvero sottilissimo, nonchè di scarso appeal cinematografico: i quasi novanta minuti della pellicola ruotano pressochè interamente attorno al rapporto fra il Santo e il compagno di castità e penitenza Elia da Cortona, grazie al quale - sostanzialmente - è potuto nascere ufficialmente e quindi diffondersi l'ordine francescano. Se Francesco era un visionario, a ridosso della follia per l'atteggiamento intransigente e utopisticamente improntato alla ricerca della semplicità nella mancanza, nello spogliarsi di qualsiasi cosa non fosse urgentemente necessaria, Elia non era meno determinato di lui nell'ostinata volontà di mediare fra i sogni di Francesco e la realtà concreta. I francesi Arnaud Louvet e Renaud Fely raccontano questo rapporto di profonda e combattuta amicizia con buoni mezzi (in produzione c'è anche Rai Cinema), ma scarsa verve, con un ritmo sonnolento, dialoghi dilatati e un'ambientazione cupa, dai colori intensi (fotografia: Léo Hinstin) che amplifica questa sensazione di pesantezza. Bene Elio Germano, ma ha fatto di meglio altrove; nel cast anche Jeremie Renier, Alba Rohrwacher, Eric Caravaca e Marcello Mazzarella. Per Fely è la seconda regia, a sei anni di distanza da Pauline et François, che Louvet aveva prodotto. 3,5/10.
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