Regia di Ronald Neame vedi scheda film
Più lo rivedo, più mi piace: soggetto, trama, vicenda, dialoghi, recitazione di tutti, dettagli, tutto è spassoso, nulla riesce stucchevole neppure rivedendolo tante volte.
Kendig (Matthau), agente della Cia, conclude un'operazione contro il Kgb facendo arrestare due spie, ma lascia libero Iaskov (Herbert Lom), capo dello spionaggio sovietico nell'Europa occidentale, perché conoscendolo gli torna utile avere lui come avversario. Il capo della sua sezione, Myerson (Ned Beatty), per punizione lo assegna all'archivio. Kendig se ne va senza dir nulla, raggiunge la sua amica ed ex collega Isabel (Glenda Jackson) a Salisburgo, incontra Iaskov che cerca invano di assumerlo per il Kgb e che gli chiede se per caso ora intende dedicarsi alla stesura di un libro di memorie; l'idea piace a Kendig, che si mette subito al lavoro, provocando irritazione e preoccupazioni non solo alla Cia ma anche al Kgb e a Iaskov che gliene aveva dato l'idea e che ora collabora con Myerson per arrestarlo. Ned Beatty è bravissimo nel riuscire odioso; ma il tocco ironico più sottile (e forse meno rilevato dalla critica) nei confronti della Cia, e il più umoristico nella vicenda, è proprio il fatto che tutta la vicenda nasce dalla punizione inflitta da Myerson a Kendig che non ha voluto arrestare Iaskov e conclude con la collaborazione di Iaskov con Myerson che ora si guarda bene dal farlo arrestare. Anche tutte le previsioni cronometriche delle azioni Cia hanno lo scopo di denunciarne lo spirito burocratico, rigido.
Ogni dettaglio ha un suo senso sia espressivo sia narrativo; per esempio il canto di "Figaro" (quello di Rossini! Mentre tutte le altre citazioni musicali sono da Mozart; tranne Puccini quando la Cia e la FBI attaccano la casa di Myerson in cui è "asserragliato" Kendig) si adatta al programma di imbrogli che Kendig sta iniziando ma serve anche a farlo notare dal doganiere in modo che la Cia venga a saperlo. In tanta precisione di dettagli del film ce n'è uno che non ho capito: quando Kendig in Inghilterra entra in un negozio e, prima di chiedere del capo, che lui conosce bene, si rivolge al personale in tedesco e in francese. Perché? Non credo che sia anche questo per farsi notare, dato che poi la cosa non risulta. Qualcuno ha qualche suggerimento?
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