Regia di Shintaro Shimosawa vedi scheda film
Ho fatto le cose sbagliate per le ragioni giuste.
Il giovane avvocato Ben Cahill, reduce da una delicato problema coniugale, si è tuffato a corpo morto nel lavoro, ottenendo prestigiose vittorie nelle cause a lui affidate dallo studio legale presso cui lavora. Ma dietro tanti trionfi si nasconde un terribile trucco, che forse non sarebbe dispiaciuto a Machiavelli per il quale il fine giustificava i mezzi: Ben infatti non va tanto per il sottile quando c'è da procurarsi le prove documentali che lo aiutino a suffragare la sua tesi...
Così quando un sua ex si fa viva con una chiavetta usb piena di dati crittografati del potentissimo magnate Arthur Denning, contro cui il suo studio legale ha sempre perso nelle precedenti cause intentate in passato, Ben capisce di avere in mano il biglietto per una escalation di carriera e di danaro.
Ma le cose non sono mai così semplici come talora appaiono...
Partiamo dalle cose buone: la grigia atmosfera metropolitana americana fa da sfondo a una specie di noir intriso di sordide cupidigie di potere, sesso e danaro. Ma il pathos che si cerca di rinvigorire con elementi di uno spy-thriller, senza trascurare un tocco di devianza psicologica, finisce col rendere più complessa la vicenda stessa della quale si pretenderebbe uno scioglimento adeguato. Perché è proprio qui il problema maggiore del film: quanto più la trama si complica tanto più ci deve essere un finale all'altezza, denso ma comprensibile.
Per cui quando nel finale si arriva a una conclusione cervelloticamente semplicistica, lo spettatore non può sentirsi soddisfatto, anche perché si rende conto dell'inserimento di elementi di distrazione che si manifestano come elementi avulsi dalla vicenda stessa.
Senza arrivare a spoilerare, vedasi il ruolo del giapponese e il suo mandato a dir poco discutibile, ma anche la vicenda della moglie di Ben e dei suoi tormenti nella scena dell'ospedale puramenti confondenti visto l'antefatto.
Hopkins e Pacino male utilizzati (e comunque meglio il primo).
Insomma, per me, 5 per la costruzione e 3 per l'epilogo.
PS: uno potrebbe pensare che Conspiracy sia il titolo originale. Ma non è così, visto che quello è Misconduct, che vuole anche appuntare l'attenzione sul tipo di condotta usata dall'ambizioso avvocato.
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